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Attualità | 11 marzo 2023, 09:06

L'albero dei Giusti per Armin Wegner, testimone del genocidio degli Armeni - foto

L'ambasciatrice e il console onorario ripercorrono pagine negate della storia del '900. Al parco Iqbal Masih la cerimonia con gli studenti.

L'albero dei Giusti per Armin Wegner, testimone del genocidio degli Armeni - foto

Un albero dei Giusti per Armin Wegner, intellettuale e attivista che documentò il genocidio del popolo Armeno, scattando fotografie, scrivendo lettere e raccogliendo testimonianze che rappresentano la più importante testimonianza di una persecuzione - la prima del '900 - ancora oggi negata.

Per la Giornata dei Giusti a Vercelli sono arrivata l'ambasciatrice armena, Tsovinar Hambardzumyan, e il console onorario Pietro Kuciukian, co-fondatore di Gariwo, l'ente promotore della giornata. Prima al Salone Dugentesco e poi al parco Iqbal Masih si sono confrontati con gli studenti sul senso di una giornata voluta «per far memoria di chi, avendo visto, ha deciso di fare quanto era in suo potere per fermare il massacro e salvare vite innocenti», come ha detto Kuciukian, figlio di uno degli scampati al genocidio che si consumò tra il 1914 e il 1915.

«Il genocidio armeno è rimasto impunito e proprio per questo preso come modello per tutte le successive tragiche vicende del '900», ha ricordato l'ambasciatrice, accolta dal sindaco Andrea Corsaro, dai parlamentari Emanuele Pozzolo e Andrea Delmastro e dall'assessore regionale Maurizio Marrone. Insieme agli studenti, l'ambasciatrice ha ripercorso le tappe della persecuzione che costò la vita a un milione e mezzo di Armeni: l'arresto e la deportazione degli intellettuali, le marce della morte verso i deserti dell'Asia, il rapimento e l'islamizzazione forzata dei bambini, strappati alle proprie radici.

«L'Italia è stata tra i primi Paesi ad aver riconosciuto il genocidio armeno», ha ricordato, ringraziando i rappresentanti delle istituzioni presenti. Le traversie del popolo armeno, raccontate anche nel libro «La masseria delle allodole» di Antonia Arslan, portato poi sul grande schermo dai fratelli Taviani, non si possono certo dire concluse. Il loro dramma ancora oggi si perpetua nel Nagorno-Karabakh, regione contesa e a rischio di una catastrofe umanitaria. 

Nel parco Iqbal Masih c'è stata poi la messa a dimora dell'albero in onore di Wegner, intellettuale e pacifista che, per tutta la vita, si portò addosso i segni dell'orrore. «Suo figlio - ha raccontato Kuciukian che per primo fece conoscere le sue fotografie e le sue lettere al grande pubblico - ricorda bene gli incubi che tutte le notti hanno perseguitato il padre per tutta la vita».

redaz

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