Un investimento da 53 milioni di euro per dotare l'ospedale Sant'Andrea di un nuovo blocco per l'emergenza-urgenza: pronto soccorso, otto sale operatorie tecnologicamente avanzate, 18 posti letto di terapia intensiva e una centrale di sterilizzazione unica per tutto il presidio cittadino. Una struttura da 12mila 600 metri quadri, sviluppata su quattro piani e un mezzanino per gli impianti, già finanziata attraverso fondi nazionali stanziati per il Piemonte e che, dopo l'imminente approvazione del nuovo Codice degli Appalti, potrà andare a gara. Per la sua realizzazione serviranno tre anni dalla consegna del cantiere che non interferirà in alcun modo con l'attività sanitaria dell'ospedale poiché l'area interessata dai lavori si trova alle spalle del nosocomio, nell'area oggi occupata dal parcheggio.

E' stato firmato giovedì mattina, nel Salone Dugentesco, protocollo d'intenti per la costruzione del nuovo blocco di emergenza/urgenza dell'Ospedale Sant'Andrea di Vercelli. L'edificio sorgerà alle spalle dell’attuale nosocomio con cui sarà interconnesso e sarà finanziato con 53 milioni di euro con fondi Articolo 20 della L 67/88 già vincolati.
A firmare il protocollo il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l'assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, la direttrice generale dell'Asl Eva Colombo e il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro.

«Oggi parte la realizzazione del nuovo ospedale di Vercelli – hanno osservato il presidente Cirio e l’assessore Icardi -. Investiamo nell’immediato oltre 50 milioni di euro di fondi per la costruzione del nuovo blocco di emergenza/urgenza, come primo lotto funzionale del nuovo ospedale».

«Abbiamo scelto questa soluzione dopo una attenta valutazione per dare risposte di breve periodo alle esigenze dell’assistenza sanitaria ospedaliera – ha aggiunto la direttrice generale dell'Asl Colombo – Il nuovo blocco, avrà una superficie di 12.600 metri quadri si sviluppa su cinque piani e sarà perfettamente integrato con l’ospedale attuale e tecnologicamente avanzato anche sotto il profilo del ridotto impatto ambientale. Pronto soccorso, terapia intensiva, sale operatorie e centrale unica di sterilizzazione avranno spazi adeguati e meglio organizzati rispetto alla struttura attuale che è stata ultimata nel 1962».
Asl collaborerà con il Comune di Vercelli per la realizzazione di adeguati spazi per parcheggi e aree verdi di cui possa usufruire sia l’utenza sia il personale sanitario.
«La collaborazione tra la città di Vercelli e l'Asl - ha ricordato il sindaco Corsaro - è proficua e di lunga data. L'ospedale di Vercelli si prepara a festeggiare gli 800 anni dalla sua fondazione a opera del cardinale Guala Bichieri e lo splendido locale in cui ci troviamo oggi, primo nucleo di quello che sarebbe diventato poi l'ospedale Maggiore, testimonia quanto la città e il suo ospedale siano strettamente legati».
Ricordando la gloriosa storia e le maestose architetture di quello che per secoli fu chiamato l'Arciospedale - con le gigantesche crociere lunghe fino a 124 metri, i saloni larghi 9 metri e alti 15 e il crocefisso al centro della struttura "perché l'uomo cura ma solo Dio guarisce" - Corsaro ha poi ricordato come le rinnovate esigenze tecnologiche avessero portato alla costruzione dell'attuale Sant'Andrea e come, negli anni del suo primo mandato, proprio l'accordo di programma con l'Asl per la valorizzazione dei terreni di Larizzate, abbia aperto la strada al nuovo piano degli insediamenti produttivi «portando lavoro e crescita alla città e 15 milioni di euro da investire sull'ospedale. Perché terreni e proprietà dell'Asl sono il frutto delle donazioni che per secoli i vercellesi hanno fatto al loro ospedale e dunque i loro proventi devono essere spesi per la sanità cittadina».
Il sindaco ha anche ribadito la volontà del Comune di preservare l'attuale collocazione dell'ospedale e la sua parte storica: «Criticati per anni perché troppo dispersivi - ha fatto notare il sindaco - gli spazi del nostro ospedale si sono rivelati preziosi durante la pandemia».
Alla cerimonia hanno assistito i rappresentanti politici, economici, le istituzioni del territorio, oltre ai dirigenti della sanità locale e piemontese e a dirigenti e manager Asl di ieri e di oggi.















