Quest’anno l’Asl di Vercelli ha deciso di commemorare la Giornata mondiale contro l’Aids con i numeri, perché sono l’unico dato che permette di avere un’idea dell’entità del problema mondiale e calato nelle realtà locali. All’Ambulatorio di Malattie Infettive di Vercelli, diretto dal dottor Silvio Borrè sono seguiti 292 pazienti (nel 2021 erano 275). La modalità principale di trasmissione dell’infezione è il rapporto sessuale.
I pazienti attualmente seguiti hanno un'età media di 57 anni e sono in prevalenza di sesso maschile (95 femmine; 197 maschi). Nell'ultimo anno sono stati registrati 3 decessi (tutti maschi rispettivamente di 70, 57 e 48 anni dei quali il più giovane per patologia Aids correlata) e si sono avute 8 nuove diagnosi.
«Il 99.9% dei nostri pazienti è in terapia antiretrovirale attiva con buona risposta viro-immunologica e soppressione della carica virale nel 96% dei casi – spiegano Maria Esposito, Federica Poletti e il direttore Silvio Borré - Oltre alle nuove diagnosi afferiscono al nostro ambulatorio nuovi pazienti provenienti da altre regioni/ASL: rispettivamente 3 maschi e 3 femmine nel 2022. Anche per quanto riguarda le altre infezioni a trasmissione sessuale quelle che riusciamo a diagnosticare costituiscono sicuramente la punta dell’iceberg perché a tutt’oggi sussistono reticenze nel rivolgersi ai Centri MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili) e in alcune fasce di età scarsa informazione».
Dopo lo stop causato dall’emergenza pandemica i dati suggeriscono un incremento dei pazienti che afferiscono all’Ambulatorio divisionale dedicato.
Da gennaio 2022 le infezioni sessualmente trasmesse diagnosticate sono state: 22 positivi su 362 test per la Clamidia; 60 positivi su 179 test per Micoplasmi/Ureaplasmi; 2 positivi (uno colturale, uno solo molecolare) su 204 test per il gonococco; 72 positivi (infezioni recenti e pregresse) su 2580 test per la sifilide.
Ai pazienti cui sono state diagnosticate la sifilide e/o la gonorrea è stata somministrata la terapia all’Ambulatorio divisionale mentre sono stati prescritti e distribuiti i farmaci da assumere per curare le altre infezioni.
Per quanto attiene la prevenzione è in atto una stretta collaborazione con il Sisp e l’Ufficio vaccinazioni in particolare per la copertura vaccinale, soprattutto dei soggetti a maggior rischio (MSM – uomini che fanno sesso con uomini), di HPV (Papilloma virus) e MPX (Monkey Pox – vaiolo delle scimmie).
«Questi dati – commentano Esposito, Poletti e Borrè - mostrano che, nonostante gli sforzi dei Sistemi Sanitari e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il problema delle infezioni da HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili non è ancora stato superato. L’infezione del Monkeypox è la conferma che non si deve abbassare la guardia sulle infezioni sessualmente trasmissibili e che la corretta informazione e la disponibilità dei Centri di Malattie Infettive possono contribuire a far emergere il sommerso e ridurre i nuovi casi. Un sondaggio in corso nelle scuole superiori della città potrà sicuramente fornirci dati utili sul reale grado di conoscenza della problematica e aiutarci a pianificare nuovi interventi».
Per i più giovani, in particolare, ricordiamo ad esempio che 1.5 milioni di nuove infezioni (diagnosticate nell’ultimo anno) a livello mondiale equivalgono a tutti gli abitanti della regione Marche oppure poco più del numero di abitanti della città di Milano.