Nei giorni scorsi è scomparso prematuramente il dottor Pier Angelo Bassini, ginecologo dell’Asl di Vercelli. Un professionista stimato e di rilievo, responsabile del laboratorio di riproduzione medica assistita e referente a livello regionale per il consultorio dell’ASL di Vercelli.
“Come Direzione - ha voluto sottolineare il direttore generale Chiara Serpieri - desideriamo esprimere il nostro cordoglio alla famiglia, ma soprattutto manifestare la profonda gratitudine dell’Azienda nei confronti di un professionista che ha sempre lavorato con passione, dedizione, ed entusiasmo. Caratteristiche che tutte le sue pazienti hanno sempre colto in lui e per le quali è stato un punto di riferimento, contribuendo così ad alimentare la fiducia nei confronti dell’intera struttura”.
“Un conoscitore attento della materia" così lo ricorda la dottoressa Nicoletta Vendola, direttore dell’ostetricia e ginecologia dell’Asl di Vercelli, un reparto che oggi è chiuso nel dolore. "Medici, infermieri, ostetriche, strumentiste: siamo tutti profondamente scossi per quanto accaduto - prosegue il primario -. Abbiamo sperato che ci potesse essere un epilogo diverso, ma purtroppo così non è stato. Restano i ricordi: i ricordi preziosi di un collega a cui in qualsiasi momento potevi porre quesiti o chiedere delucidazioni specifiche, perché lui aveva sempre la risposta più giusta e più aggiornata in base alle ultime indicazioni o linee guida internazionali. Un medico appassionato, capace di creare un legame empatico con le pazienti che seguiva, in grado di costruire un filo diretto, un filo che nell’ambulatorio di procreazione medica assistita proseguiva anche con la nascita del bambino".
Dal punto di vista personale, la dottoressa Vendola ricorda Bassini come "Un papà speciale. E' stato un genitore encomiabile. Pier Angelo ha sempre avuto un temperamento sanguigno, non aveva peli sulla lingua, preferiva essere diretto, ma non portava mai alcun rancore. Mi piace continuare a ricordarlo nel posto in cui più amava stare quando era sul campo: in sala operatoria. Oggi siamo tutti più tristi, ma siamo orgogliosi di averlo conosciuto e di aver potuto condividere con lui il nostro percorso professionale”.













