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Politica | 26 maggio 2023, 08:15

Gilardino: «Acqua, al primo posto gli interessi dei cittadini: servizio di qualità, investimenti e bollette contenute»

Il presidente della Provincia e vice di Ato2 interviene sul tema dell'affidamento del servizio per i prossimi 30 anni: «Niente battaglie ideologiche, guardiamo i numeri».

Gilardino: «Acqua, al primo posto gli interessi dei cittadini: servizio di qualità, investimenti e bollette contenute»

Prima di tutto l'interesse dei cittadini. Senza steccati ideologici ma neppure firmando cambiali in bianco. All'indomani della riunione dell'esecuto di Ato2 è Davide Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli e vice presidente dell'Autorità d'ambito, a prendere posizione sul tema dell'affidamento del servizio idrico integrato nel vercellese, casalese, biellese e Valsesia. Una decisione che segnerà i prossimi trent'anni di fornitura, investimenti e bollette. 

«La conferenza d'ambito che riunisce i rappresentanti di tutti i territori - dice - è stata concorde nei fissare principi che devono guidare l'affidamento del servizio: il prossimo gestore deve avere la capacità economica di fare investimenti; deve poter migliorare il servizio e deve mantenere le tariffe basse e il più possibile omogenee».

Sul tavolo, per arrivare al gestore unico, ci sono tre opzioni: la gara d'appalto a evidenza pubblica, l'affidamento in house del servizio a un gestore pubblico oppure una forma mista. E, al momento, sul tavolo di Ato2 è arrivata una lettera d'intento con la quale "BCV Acque scarl" - società consortile costituita da Cordar Biella, Cordar Valsesia, Am+ Casale Valenza e Sii - si propone per l'affidamento in house del servizio senza però presentare un piano industriale di gestione.

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«Non è Ato2 a dover fare proposte economiche ma chi si propone per la gestione - premette Gilardino -.L'affidamento in house, senza gara, è ammesso dalla legge solo nel caso in cui le condizioni siano più vantaggiose rispetto a quelle di una gara. E, per quel che mi riguarda come presidente di Provincia, l'interesse prioritario è garantire ai cittadini un servizio di qualità a prezzi il più possibile contenuti».

E, comparando lo scenario vercellese a quello regionale e nazionale, le bollette sono già un primo tasto dolente. «Sulla base dei dati forniti dai gestori - spiega Gilardino - una famiglia di tre persone sul territorio di Ato2 spende mediamente 500 euro l'anno di acqua a fronte di una media nazionale che si attesta sui 430-460 euro». All'interno di questo scenario, però ci sono significative differenze: se nei comuni gestiti da Asm Vercelli la spesa media è di 418 euro l'anno, nel territorio di Am+ si arriva a 502 e in quello di Cordar Biella a 512. 

Un valore che, secondo i dati in possesso di Ato2, non è proporzionale agli investimenti effettuati sulle reti: «Dai bilanci delle società - aggiunge Gilardino - emerge che Asm Vercelli, negli ultimi dieci anni, ha investito 54,6 euro per abitante; Cordar Valsesia 50,2; Am+ 29,3, Sii 26,4 e Cordar Biella 22,6 euro per abitante. Asm presenta inoltre tassi di realizzazione degli investimenti programmati superiori al 100%».

In uno scenario in cui Ato2 ha fossato come obiettivi del piano trentennale investimenti per 910 milioni di euro, l'analisi condotta sulla sostenibilità economico finanziaria degli affidamenti prevede che il potenziale gestore unico abbia una propria capacità di investimento di almeno 35 - 40 milioni di euro. Ai quali, in caso di affidamento in house del servizio, devono essere aggiunti altri 43 milioni da versare a Iren per il riscatto della quota di Asm oggi di proprietà privata.

«Nello scenario dell'affidamento in house - aggiunge Gilardino - tali risorse andrebbero cercate nel sistema formato dagli attualo gestori e dai Comuni. I primi, allo stato attuale, evidenziano una bancabilità che può andare tra i 5 e i 10 milioni. Il resto, dunque, dovrebbe essere tirato fuori dai Comuni. Siamo sicuri che, pronunciamenti della Corte dei Conti alla mano, i sindaci siano disponibili a chiedere ai cittadini questo denaro?».

Così, pur dichiarandosi dal punto di vista generale a favore di una gestione che mantenga sul territorio il know how acquisito, Gilardino si schiera contro un affidamento deciso solo sulla base di una scelta ideologica. «Il gestore unico - dice - deve poter lavorare con una sola testa, facendo economie di scala su bollettazione e investimenti, sui piani tariffari, sull'analisi delle acque e sul servizio clienti. Non può essere un cappello sotto il quale tutto resta com'è adesso».

 

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