«Molti dei presenti hanno subito torture, sono stati imprigionati per anni, hanno avuto padre e madre impiccati o fucilati, figli uccisi, in tanti hanno perso la casa, il lavoro, tutto. Ma non hanno perso la speranza di vivere in modo umano, in un Iran libero e forte».
Con queste (toccanti) parole il deputato vercellese di FdI, Emanuele Pozzolo, commenta il suo incontro, nei giorni scorsi, in Albania, con 4000 dissidenti persiani; incontro che è avvenuto in un villaggio costruito da loro.
«Ero con Giulio Terzi, già ministro degli Esteri, e con Maryam Rajavi, leader della dissidenza iraniana» precisa.
Ha parlato a braccio, Pozzolo, con passione e commozione. E alla fine del suo intervento i 4000 presenti (lo testimonia i sei minuti video) si sono alzati per applaudirlo.
«Siete dei grandi uomini, delle grandi donne con una grande leader. Vedo qui persone che non si sono arrese alla tirannia, che amano la libertà. E io sono onorato di essere qua, oggi.»
«Ci sono tre parole importanti, che vi sono e ci sono care: la libertà, la speranza, la verità. Ma l'Iran degli ayatollah è proprio la negazione di queste parole. E l'Italia deve farsi carico di questo, risvegliando la coscienza degli occidentali. Basta con le parole di circostanza» ha detto ancora.
«Il regime iraniano utilizza la parola di Dio per commettere violenze, ma questa è una bestemmia contro la religione. Affinché la libertà trionfi occorre che le persone libere si uniscano, suoerando ogni confine, anche quello religioso. Se questa idea di libertà (che vedo nei vostri occhi) trionferà le tirannie, come quella di Teheran, sono destinate a crollare. Io prego per questo e quindi, cari patrioti iraniani, io vi dico forza, forza, forza. La libertà vince sempre.»