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Politica | 20 settembre 2022, 16:00

Pozzolo: «Fratelli d’Italia è una picconata alla società degli algoritmi»

«Emergenza acqua, lavoro e salute: le priorità del territorio su cui lavorare, a Roma» - «Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e Andrea Delmastro sono stati i più forti oppositori al green pass».

Delmastro e Pozzolo

Delmastro e Pozzolo

Anni e anni fa, lei, Emanuele Pozzolo, mi impressionò. Le spiego. Scriveva delle lettere (a mio avviso farneticanti: o contro i migranti e una certa chiesa progressista, o contro il 25 aprile) che io pubblicavo sul giornale che allora dirigevo. Mi stupì questo: lei scriveva, poi qualcuno replicava con toni ancora più forti, ma lei non rispondeva, lasciava fare. Solo i grandi politici fanno così, pensavo. Ora io non so sei lei diventerà un “grande politico”, ma ci sono buone possibilità che lei, dal 26 settembre, cominci a viaggiare sul Freccia Rossa Milano-Roma. Vagone di prima classe per i politici.

Guardi, negli anni, ho forse cambiato i toni ma non le idee: la cappa del politically correct che ci vorrebbe tutti sottomessi allo stesso pensiero unico globale la trovo soffocante, ora come allora. A lei, come uomo e come giornalista, riconosco una grande libertà intellettuale: siamo agli antipodi di visione politica su molti temi. Ma ha sempre accettato di pubblicare i miei interventi, senza censure. Sull’analisi del fenomeno migratorio incontrollato, sulle derive di certo cattolicesimo iper-progressista e sul monopolio della memoria storica rivendico le stesse posizioni che ho sempre espresso: ma ho compreso con il passare degli anni che la fermezza sulle idee può essere coniugata con più una serena modalità comunicativa. Di una cosa sono sempre stato sicuro: se io voglio potermi esprimere senza censure devo accettare con tranquillità anche le posizioni - talvolta urlate - che tentano di contrastare le mie. Non è solo una questione politica: è un modo di vivere. Perché non accetto il bavaglio e amo lo scontro tra le idee, che non deve mai essere confuso con lo scontro tra le persone.

Perché Fratelli d'Italia ha scelto lei come candidato?

Questo dovrebbe chiederlo a Giorgia Meloni: é lei che ha scelto i candidati. Vede, il nostro partito è una squadra che - come dice il mio amico Andrea Delmastro - non vince grazie agli eventuali Maradona: ma che è nato, tra mille difficoltà, con l’idea del “noi” contrapposto alla politica plastica delle troppe prime donne che generalmente in politica la fanno da padroni. Penso che la carta vincente di Fratelli d’Italia sia quello di essere anzitutto una grande famiglia, con radici profonde, quelle che Tolkien diceva che “non gelano” e con la capacità concreta di includere anche chi bussa alla nostra porta provenendo da altre esperienze politiche: non sono stato scelto io, forse è stato scelto un determinato modo di vivere le nostre idee e la militanza nel partito.


La gente che vota Pd e alleati dirà: staffetta tra Tiramani e Pozzolo, cambia nulla.

Paolo Tiramani si è speso molto per il territorio valsesiano e anche per il vercellese, in un momento in cui politicamente l’Italia ha vissuto una stagione che definirei schizofrenica. La diversità tra Lega e Fratelli d’Italia - che pur sono solidi alleati della coalizione di centrodestra, a livello nazionale così come a livello territoriale - è sintetizzabile in un punto solo, ma determinante: noi da sempre abbiamo detto mai con il PD e con i 5Stelle, che rappresentano l’esatto opposto della nostra visione del mondo. E, a partire da Giorgia Meloni, non abbiamo mai minimamente tentennato sul punto. Altri hanno optato per scelte diverse.

Torniamo indietro: in un minuto, mi riassuma il suo passato politico.

Da giovanissimo entro nel movimento giovanile di Alleanza Nazionale, Azione Giovani: anni bellissimi di militanza pura, tra assemblee studentesche e scontro ad alto tasso ideologico. A 18 anni vengo eletto in circoscrizione, critico pubblicamente Gianfranco Fini per le sue giravolte politiche e mi viene detto che tali posizioni sono incompatibili con quelle del partito. Fondo allora il Movimento Jan Palach, che riunisce un bel gruppetto di giovani di destra tra Vercelli, Novara e Biella. Alle elezioni comunali di Vercelli del 2009 mi candido da indipendente nella lista della Lega Nord - perché nel PDL, dove nel frattempo era confluita AN non c’era spazio per la mia linea antifiniana - e vengo eletto bene. Faccio il capogruppo, ma sono troppo indisciplinato e autonomo: e qualcuno mi dice in sostanza “se vuoi fare l’indipendente quella è la porta”. Tolgo il disturbo e assieme ad un manipolo di persone - Andrea Delmastro, Guido Crosetto, Giorgia Meloni e tanti altri amici - fondiamo Fratelli d’Italia. Dieci anni di crescita continua. Ed ora eccoci qua ad essere probabilmente il primo partito italiano.

 Parli ora di lei. Ipotizziamo che debba presentarsi a persone che non la conoscono. Chi è Pozzolo, lasciando perdere l'aspetto politico?

Do tutto me stesso per le persone a cui voglio bene e per la mia famiglia. Detesto le etichette preconfezionate, non mi piace catalogare le persone in buoni e cattivi, sui principi in cui credo nessuno al mondo potrebbe corrompermi. Sono un testardo che ama la ruralità e la solitudine, ma direi che non disprezzo anche un po’ di dannunziano divertimento. Forse la definizione migliore di me stesso é quella di anarchico-conservatore: amore per la libertà e amore per i legami eterni.

 

Tutti danno per certo il trionfo della Meloni e di Fratelli d'Italia.

In politica le certezze non esistono: per vincere bisogna avere il sostegno popolare. Il voto è l’ultimo momento di vera uguaglianza che rimane nelle società moderne: perché solo nell’urna elettorale il voto di un ricco vale come quello di un povero e quello di un ingegnere informatico come quello di un contadino. La scheda elettorale è l’ultimo strumento di uguaglianza reale, dove uno vale uno per davvero e non solo per retorica. Bisogna spiegarlo alle persone per far comprendere che la rassegnazione allo status quo e alle ingiustizie è una resa ai potenti della globalizzazione, alle multinazionali senz’anima, a chi lavora al servizio di un turbo-capitalismo senza cuore: il voto a Fratelli d’Italia è una picconata alla società degli algoritmi. Noi siamo una scheggia impazzita della politica: se le nostre idee potranno diventare azioni lo deciderà ogni uomo e ogni donna con il proprio voto il 25 settembre. 

 

Conte e i Cinque stelle; la coppia Calenda-Renzi; Italexit di Paragone. Altri. Chi ha le carte in regole per sorprendere?

Direi che Conte e i 5Stelle hanno già sorpreso a sufficienza gli italiani: dimostrando la loro assoluta incapacità politica, portando l’Italia ad essere lo zimbello del mondo per la gestione dell’emergenza pandemica e per avere messo a libro paga dello Stato milioni di disoccupati, ai quali invece che offrire un posto di lavoro dignitoso hanno dato l’elemosina denominata “reddito di cittadinanza”. La coppia Calenda-Renzi rappresenta il circolo super radical-chic della sinistra al caviale, sono sempre quelli del “ce lo chiede l’Europa”. Sia loro che i giacobini a 5Stelle ci hanno già sorpreso a sufficienza. Mentre Italexit e altre sigle di quello che, con rispetto sincero, definisco del “dissenso” penso portino avanti temi talvolta meritevoli di ascolto: non a caso su alcuni punti ci può essere una convergenza d’intenti.

Dovesse essere eletto, lei diventerà il rappresentate alla Camera di questo territorio. In campagna elettorale ha spesso indicato nel problema-acqua una delle priorità su cui lavorare.

 La nostra posizione sul tema acqua (LEGGI QUA) racconta bene come Fratelli d’Italia sia l’unica alternativa all’Italia del no a tutto: a furia di dire no alle dighe, no al carbone, no alle trivellazioni, siamo al punto di esserci consegnati mani e piedi alla Russia per le forniture energetiche. Siamo i meno furbi d’Europa da questo punto di vista. E lo vedremo presto con le bollette autunnali e invernali: forse occorre trovare un punto di equilibrio più pragmatico e più saggio tra la sacrosanta volontà di conservare la bellezza e la purezza della natura con le pur vitali necessità di famiglie e imprese. Dobbiamo metterci in sicurezza come territorio e come nazione: per essere indipendenti anche dalle variabili climatiche o geopoliche, perché quelle variabili non sono cose lontane. La siccità rischia di passare nel rubinetto di casa di tutti noi, così come la guerra rischia seriamente di farsi sentire sui nostri termosifoni e sulle nostre tavole.

 

Pozzolo, noi ci conosciamo... da una vita (quando digevo una testata cittadina le chiesi di collaborare), ci siamo spesso confrontati e scontrati, anche. Ma in questi anni-Covid ci siamo sentiti diverse volte. Eravamo in sintonia, per esempio, contro il green pass e contro le vaccinazioni obbligatorie. Posizioni che, conoscendola, manterrà.

Io sono una testa dura, anche se con gli anni ho imparato a mediare: ma penso di avere dimostrato ampiamente che su certe questioni non mi smuovono nemmeno le cannonate. Sui ratzingeriani “valori non negoziabili”, sulla libertà personale e sulla tutela della vita non cederò mai di un solo millimetro: e quindi manterrò naturalmente anche la mia assoluta opposizione verso ogni tipo di green pass e a maggior ragione verso qualsivoglia obbligo in materia di libertà terapeutica. Il fatto che io e lei, provenienti da visioni politiche distinte, ci siamo spesso incontrati - in questi ultimi anni di agitazione pandemica - sulla difesa della libertà e del diritto al lavoro spiega bene quanto oggi occorra andare oltre i vecchi steccati ideologici novecenteschi.

 

Si è sentito isolato per queste suo posizioni in parte condivise (so che Delmastro si è sempre pronunciato contro il green pass) dal suo partito e in parte no

Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e Andrea Delmastro sono stati i più forti oppositori al green pass: in tutte le sedi e in tutte le salse ci siamo dichiarati fermamente contrari alla folle gestione della pandemia. Al governo però non c’eravamo noi, ma tutti gli altri: proprio tutti. Mi sento tutt’altro che isolato su questo punto specifico. Poi, a livello personale, ho espresso una posizione di libertà sul tema dei cosiddetti vaccini anti-Covid: perché quando si tratta di salute non è accettabile nessun obbligo, tantomeno sotto il ricatto odioso della sospensione dal lavoro. Questa è stata una pagina orribile della storia italiana, in molti non se ne rendono ancora conto: e proprio la sinistra che fa i gargarismi con la difesa dei lavoratori avrebbe dovuto opporsi fermamente e invece…

Senta, forse le chiedo troppo. Sa cos'ha in mente la Meloni, nel caso vada in porto un governo con il centrodestra, per fronteggiare il problema bollette?

Lo sganciamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas è una proposta che Fratelli d’Italia fa da mesi: nessuno ci ha ascoltati. Adesso tutti dicono la stessa cosa. Con questo potremmo alleggerire quasi del 30% i costi energetici. E poi ridurre l’extra gettito iva che deriva dall’impennata dei prezzi. E poi, ancora, non perdere un solo minuto per sbloccare davvero quelle opere strutturali che ci consentano di valorizzare le ricchezze che l’aria, il sole, il suolo e le acque ci possono offrire. Basta slogan, questo è il tempo delle azioni.

Continuerà a fare l'assessore, in caso di elezione?

Vediamo quale sarà il risultato che emergerà dalle urne il 25 settembre. Una sola cosa è certa: io, da assessore o non più da assessore, starò al fianco del nostro sindaco Andrea Corsaro facendo tutto il possibile per aiutarlo a governare la nostra Vercelli, per migliorarla e per dare un futuro, qui, alle nostre famiglie e alle nostre imprese.

 

Oltre all'acqua? A questo territorio i problemi non mancano. Altre due priorità. “cose” insomma sulle quali lei vorrà fare qualcosa e, se serve, dare battaglia.

Il lavoro e la salute. Vede, negli anni, si è un po’ persa la bussola. Dobbiamo lavorare a più non posso per favorire una formazione e un trattamento economico dignitoso per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro: perché dalla dignità, anche a livello retributivo, del lavoro deriva la possibilità di creare una famiglia, fare dei figli e investire nel futuro della nostra patria. Nel Vercellese, in Valsesia e nel Biellese - così come in tutto il “quadrante” - abbiamo enormi potenzialità di crescita, dobbiamo sfruttarle tutte. E, poi, la salute: é inaccettabile che chi non ha i soldi per pagare la sanità privata si veda sostanzialmente privato del diritto costituzionale alla salute: basta numero chiuso nella facoltà di medicina, sì ad una università che premi il merito e che consenta a tanti giovani di accedere alle professioni. Tutto questo, che solo da Roma si può cambiare, ha ricadute enormi anche sul nostro territorio.

Remo Bassini

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