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Attualità | 02 giugno 2022, 22:40

Vercelli, mai così sporca: il ritornello è vecchio

Cosa fare per eliminare o perlomeno attutire il problema?

Vercelli, mai così sporca: il ritornello è vecchio

Come fosse la Vercelli degli anni sessanta non lo rammento, ero troppo piccolo. Ricordo com'era quella degli anni settanta-ottanta: sporca e puzzolente. Qualcuno ricorda com'era la vecchia piazza dei pesci prima che venisse ristrutturata?

Insomma, al ritornello “Vercelli mai così sporca” questa città è abituata.

Qualcuno obietterà che non è vero, che in passato era meglio.

Ci sono i giornali a ricordarci com'era.

Primo esempio. La Stampa del 30 marzo 1995.

Titolo. Città sporca, “Sos” dei lettori.

Sottotitolo. Via Trento è invasa dai rifiuti, così come parte del Rione Isola. Accanto a Viale Rimembranza i sacchetti di plastica vengono lasciati sul selciato. Muri imbrattati lungo le gallerie.

Altro esempio. La Stampa del 12 marzo 2000.

Titolo: Vercelli ostaggio di discariche e sporcizia.

Sottotitolo: In fondo a Corso Rigola una pattumiera a cielo aperto.

Ho vissuto il problema sporcizia prima come giornalista, poi, per una breve parentesi (14 mesi) come assessore.

Come giornalista posso dire questo. Il mio vecchio direttore, Francesco Brizzolara, diceva sempre: Quando i giornali non hanno niente da scrivere tirano fuori o la sporcizia, che va sempre bene, oppure, quando sono disperati, raccontano che qualcuno ha visto dei fantasmi.

Il problema, comunque, non va censurato. Se un lettore segnala che c'è sporcizia sotto casa sua è giusto ascoltarlo, ospitare una sua eventuale lettera (e di lettere di protesta, alla Sesia, ne pubblicammo tante e sempre).

È il teatrino della politica che dovrebbe essere silenziato. Il copione è sempre lo stesso: se governa il centrodestra, il centrosinistra dirà che la città non è mai stata così sporca, e viceversa.

Come assessore voglio invece raccontare un fatto. Un giorno ricevo la telefonata incarognita di un consigliere comunale. Mi dice che Atena non ha fatto pulizia ai giardini, che sono sommersi di cartacce e lattine. Mi precipito a vedere. Era vero.

Erano le 14 circa. Domandai. Mi raccontarono che un paio d'ore prima erano arrivati una ventina di ragazzi che avevano prima gozzovigliato e poi impestato tutto. La cooperativa (che lavorava per conto di Atena), nelle ore precedenti, aveva pulito tutto e bene, mi raccontarono.

Allora, il problema della sporcizia c'è come in tante città italiane. Forse è un po' accentuato.

Di sicuro, dove c'è la raccolta differenziata senza isole ecolegiche le cose vanno meglio.

Di sicuro con una ventina di addetti in più (ma chi li pagherebbe?) le cose andrebbero meglio.

Ho un ricordo personale, che quindi non c'entra con giornalismo o politica.

A Nuoro anni fa. Cammino con degli amici, alcuni del posto alcuni sono vercellesi. Una ragazza vercellese, sui diciott'anni, chiede a un suo coetaneo: Ma come fa questa città a essere così pulita?

Non dimenticherò mai la risposta.

Noi amiamo la nostra terra.

Cosa si può fare, dunque? Torno alla mia parentesi amministrativa. Allora Atena andava nelle scuole a parlare di rifiuti. Perché lo faceva? Perché i bambini, i giovani sono i più grandi veicoli di civiltà. Se un bimbo dice al padre di non gettare la cicca della sigaretta in strada, non sempre ma spesso o comunque alcune volte verrà ascoltato.

Dare la colpa a questa o quella amministrazione (a volte le colpe ci sono, i controlli vanno fatti) oppure ad Asm (stesso discorso) serve a poco. Anche a urlare serve poco.

Durante un consiglio comunale ricordo che alcuni invocavano multe, telecamere, controlli severi. Una consigliera disse: «Se dici a uno sporcaccione che è uno sporcaccione quello sporcherà ancora di più».

Il problema sporcizia, a mio avviso, si risolve in due direttive: la raccolta differenziata che faccia sparire io cassonetti e l'aspetto educativo. Che forse è il più importante.

Remo Bassini

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