Hanno lavorato con impegno per circa un mese – ciascuno cimentandosi in progetti adatti all'età, al corso di studi e alle diverse inclinazioni. Il risultato è una bellissima e articolata mostra dedicata alla violenza di genere, al gap salariale, alle leggi a tutela delle fasce deboli. Ma anche alle donne che, con le loro azioni, la loro tenacia e il loro coraggio hanno cambiato e stanno tuttora cambiando il mondo.
Per le ragazze e i ragazzi del Coverfop, il 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, è stata l'occasione per allestire, lungo il corridoio dell'istituto di piazza Cesare Battisti, un'approfondita mostra. Un lavoro realizzato coinvolgendo diversi docenti dell'istituto (dai responsabili dell'orientamento, ai docenti di diritto, di materie letterarie ma anche di laboratorio) e lavorando con attività di ricerca, progettazione grafica, ma anche laboratorio per creare illuminazioni a tema. E, con un po' di emozione, nel corso della mattina, hanno anche cortesemente illustrato il lavoro svolto e ciò che ha rappresentato per loro.
Sui cartelloni numeri e statistiche raccontano il fenomeno della violenza, ma anche del gap salariale ancora ben radicato tra lavoratori e lavoratrici; accanto a questi storie di cronaca che, nella loro drammaticità, danno un volto a quei numeri: dal delitto del Circeo a episodi di violenza avvenuti a Vercelli o poco lontano.
E poi ancora: le leggi che, soprattutto nell'ultimo secolo, hanno rappresentato pietre miliari nel lungo cammino verso l'uguaglianza e le donne che, quelle leggi, le hanno ispirate. E poi le storie di chi, grazie al proprio lavoro o alle proprie azioni, ha aperto una strada: Madame Curie, scienziata e prima donna docente alla Sorbona, Rosa Parks “testimonial” della lotta contro la segregazione razziale negli Usa, la giovanissima Malala che lotta per il diritto all'istruzione. Loro e molte altre: esempi virtuosi in un mondo in cui la pubblicità e la società relegano troppo spesso la donna a stereotipi degradanti e poco rispettosi. E infine un attento lavoro sui reati informatici, quelli che molti ragazzini e adolescenti, spesso immaturi e non consci del peso delle parole e delle immagini, commettono troppo spesso. A volte senza neppure rendersene conto, a volte causando conseguenze gravissime per le vittime e per se stessi.