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Attualità | 02 novembre 2021, 08:05

Cyberbullismo e pericoli della rete: due incontri per insegnanti e genitori

Secondo una recente ricerca l'82% dei ragazzi non considera grave insultare o ridicolizzare gli amici attraverso i social. Bassignana (Nodo Antidiscriminazione): «Dobbiamo promuovere l'uso corretto, positivo e consapevole delle nuove tecnologie»

Cyberbullismo e pericoli della rete: due incontri per insegnanti e genitori

Due incontri formativi, promossi dal nodo provinciale Antidiscriminazione in collaborazione con la Fondazione Carolina, per promuovere l'uso corretto, positivo e consapevole delle nuove tecnologie. Il primo incontro si svolgerà in modalità on line il 17 novembre e i destinatari sono i componenti della Rete Nodo provinciale e l’altro a gennaio rivolto ai Dirigenti scolastici, ai docenti ma soprattutto alle famiglie per aiutarli a comprendere come riconoscere tempestivamente i segnali di bullismo e cyberbullismo e avviare una riflessione sulla vita digitale dei nostri ragazzi post periodo di quarantena. Al termine verrà prodotto un vademecum per orientarsi nel mondo on line frequentato dai ragazzi.

A spiegare le motivazioni alla base degli incontri, è Lella Bassignana, consigliera di Parità della Provincia referente del Nodo Antidiscriminazione. «Secondo i dati resi noti dall'Osservatorio Indifesa 2020 di Terre des hommes e Scuolazoo, su un campione di 1.500 alunni di scuole superiori di primo e secondo grado l’82% non considera grave insultare, ridicolizzare o rivolgersi frasi aggressive sui social, l’86% ritiene che le conseguenze per la vittima non siano gravi perché si tratta solo di parole, l’ 68% ritiene non grave pubblicare immagini senza autorizzazione, il 22% degli intervistati è stato umiliato in rete e per quasi il 6% (più di 210mila ragazzi e ragazze) ciò avviene più volte al mese, il 59% delle vittime ha pensato al suicidio e il 52% si provoca dolore fisico. Le vittime sono pre-adolescenti o adolescenti che purtroppo spesso cadono in depressione, abbandonano la scuola, mettono in atto pratiche autolesioniste e arrivano al tentato suicidio e che ritengono inutile rivolgersi: il 40% dei casi esaminati ai genitori e il 59% agli insegnanti».

In anni in cui, per le conseguenze della pandemia si passa sempre più tempo attaccati al computer e connessi alla rete, diventa dunque fondamentale che i ragazzi sappiano rapportarsi nel modo corretto con i contenuti e le modalità di utilizzo di strumenti con i quali sono nati e cresciuti. In questi ultimi giorni l’ultimo allarme è quello lanciato dalla Fondazione Carolina in relazione a “Squid Game” dove le bambine sarebbero le più vessate perché, più dei maschi, spesso rifiutano di giocare a un gioco così violento, rimediando anche degli schiaffi.

Le modalità di partecipazione agli incontri verranno rese note nell'imminenza degli stessi.

redaz

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