/ Politica

Politica | 05 novembre 2020, 11:29

Zona Rossa, è polemica tra Cirio e il Pd

Dopo lo sfogo del Governatore, i Dem attaccano: "La Giunta regionale non ha saputo gestire l'emergenza e ora cavalca la protesta di chi deve chiudere l'attività..."

Zona Rossa, è polemica tra Cirio e il Pd

Polemiche e scambi di accuse, per l'istituzione della Zona Rossa in Piemonte. La misura, contenuta nell'ordinanza del ministero della Salute, comporta infatti l'applicazione di un lockdown molto vicino a quello della scorsa primavera, con la chiusura della gran parte degli esercizi commerciali e pesanti limitazioni agli spostamenti.

Ma, secondo il presidente della Regione Alberto Cirio, la misura sarebbe stata applicata sulla base di dati epidemiologici non aggiornati e che non tengono conto degli effetti delle precedenti ordinanze regionali.

leggi anche: ZONA ROSSA, CIRIO ALL'ATTACCO DI CONTE

A ribattere a Cirio sono i consiglieri regionali del Pd, Domenico Rossi e Raffaele Gallo, oltre al segretario regionale Paolo Furia.

"Dopo la firma del DPCM - attacca Rossi - abbiamo assistito a un deprecabile attacco al Governo da parte di chi amministra la nostra regione. Il Presidente e la sua Giunta hanno toccato il fondo: sanno benissimo che il problema non sono le misure del Governo, ma i motivi che le rendono necessarie. Gli ospedali hanno raggiunto il livello di saturazione, si stanno chiudendo i reparti per far posto ai ricoverati Covid, le file di ambulanze che lasciano Torino alla ricerca di posti Covid in provincia sono drammatiche, il contact tracing è saltato, i medici chiedono un lockdown da settimane e la colpa di tutto questo sarebbe del Governo? Vergogna. Sfruttare questa situazione per accumulare consenso politico tra i cittadini e le categorie più fragili e in difficoltà è da irresponsabili. Ai piemontesi deve essere ben chiaro che sono due le cause della situazione in cui ci troviamo: la prima è il virus SARS-CoV-2, la seconda è l’incapacità organizzativa di chi ha gestisce la Sanità in Piemonte: la Giunta".

Rossi prosegue ricordando che "L’unico confronto che Cirio deve fare con le altre regioni è quello relativo alla situazione epidemiologica che viene verificata in base a 21 criteri e non solo tramite l’RT, comunque tra i più alti d’Italia. La nostra è peggiore perché abbiamo gestito peggio degli altri la pandemia e il Governo è costretto a intervenire per evitare la situazione degeneri ulteriormente. La verità è che Il Piemonte chiede maggiore autonomia per poi nascondersi di fronte alle difficoltà. Forse tra le misure che il Governo dovrebbe mettere in campo la più utile sarebbe un commissariamento della sanità piemontese".

Furia e Gallo, dal canto loro, aggiungono che “Il Presidente Cirio, che adesso si abbandona a sfoghi di rabbia sui social, e la sua Giunta hanno ammesso, più volte, sia in sedi ufficiali che attraverso dichiarazioni a mezzo stampa, che il Piemonte sta vivendo una situazione molto grave che coinvolge ospedali e medicina territoriale tanto che la Regione stessa ha anticipato alcune strette, prevedendo già nelle settimane scorse la didattica a distanza per le superiori e la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana. Quindi, oggi, il Presidente Cirio non può permettersi di cavalcare la rabbia della gente che protesta per le chiusure delle attività e per le restrizioni dal momento che è stato il primo a ritenerle necessarie”.

redaz

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore