Il Pd sangermanese e i componenti dell'amministrazione guidata dall'ex sindaco Orazio Paggi replicano alle affermazioni fatte dalla sindaca Michela Rosetta nel corso della conferenza stampa dedicata al tema degli aiuti alimentari nel corso dell'emergenza Covid e, in particolare, alla vicenda legata alla presenza di mazzancolle e capensate tra i prodotti acquistati per i pacchi alimentari. Nel corso della conferenza stampa, la sindaca aveva attribuito la paternità della diffusione delle fatture al Pd locale. Ecco la replica.
Con stupore abbiamo sentito la conferenza stampa del sindaco Michela Rosetta, che ancora una volta brilla per la sua fervida immaginazione.
Sgombriamo ogni dubbio dal campo: il Pd di San Germano non ha mai inviato liste-spesa a Repubblica o a qualsiasi altro giornale, semplicemente perché non ne era in possesso e, se l’avesse fatto, vi avrebbe messo la faccia. La sindachessa è probabilmente impaurita in quanto si sente sempre di più mancare il terreno sotto i piedi. Così cade nell’errore alquanto puerile di dare la colpa al Pd senza avvedersi dei molti problemi che attraversano la sua maggioranza. Consiglieri che se ne vanno via, assessori declassati al rango di consiglieri, altri che minacciano un giorno sì e un giorno no le dimissioni, un ottimo segretario allontanato senza spiegarne le ragioni.
Rosetta non vuole prendere atto della nuda e cruda verità di un’amministrazione fantasma, che è ormai evaporata e vive una lenta, ma tragica agonia per i sangermanesi. E allora il primo cittadino cerca di salvarsi incolpando chi proprio non c’entra nulla, arriva alla spudoratezza di dichiarare di aver acquistato pesce per la comunità islamica quando questa, come fa sapere, non ha ricevuto nemmeno una scatoletta di tonno, altro che capesante e mazzancolle. Sarebbe interessante sapere quali sono le 50 famiglie bisognose che hanno potuto godere di cibi così succulenti. Ovviamente c’è la privacy, quindi non lo sapremo. Invitiamo chi avesse avuto diritto ai pacchi-Covid a far sapere se sia riuscito a farsi tale scorpacciata ittica.
Quanto ai nostri presunti disastrosi dieci anni di amministrazione, è sufficiente confrontare i numeri statistici della nostra con quella attuale per notare differenze impietose.
Popolazione in costante calo, esercizi che chiudono i battenti a causa di una politica fiscale insostenibile, servizi soppressi (dal micronido al servizio di polizia municipale in convenzione), scuole, un tempo fiore all’occhiello del nostro Comune, ridotte numericamente all’osso.
Per non parlare delle “spese folli” che avremmo compiuto.
Al contrario, noi abbiamo sempre mantenuto le imposte fiscali al minimo, ricordiamo tanto per fare un esempio che l’addizionale Irpef con noi era al 2% e non all’8% stabilito da Rosetta. Aggiungiamo che noi abbiamo utilizzato i soldi dei contribuenti Sangermanesi per la costruzione del nuovo peso pubblico, del micronido, l’ampliamento del cimitero, e non per inutili ponti da 145.000 euro, non per spese legali da 50.000 euro in su dilapidati in cause regolarmente perse e pagate con i soldi dei concittadini, non per costosi arredi comunali acquistati in botteghe di antiquariato (alla faccia delle “famiglie bisognose” che si vantano di aiutare).
E che dire del danno erariale da 150.000 euro dell’area artigianale, fatto cadere sulle spalle dei sangermanesi? O della vendita prima e dell’abbattimento poi di una chiesetta sotto il vincolo della Sovrintendenza ai Beni Culturali?
Il sindaco Rosetta prima di incolpare altri farebbe meglio a guardare la realtà che ha di fronte. E a ricordarsi che la politica va costruita sulle verità, sui fatti, sulla concretezza.












