Per la prima volta in oltre un secolo di storia, gloria e trionfi, la Pro Vercelli ha una proprietà straniera. Nella sala stampa dello stadio Piola, dopo rumors, sussurri e indiscrezione, è stato ufficializzato il nuovo assetto societario del club di via Massaua. Da questa mattina il 100% delle quote è passato alla Bridge Football Group. Nel contempo, come hanno sottolineato durante il passaggio di testimone, l'ex presidente Paolo Pinciroli, e l'ad Francesco Celiento hanno rassegnato le dimissioni. Per ora amministratore unico della Pro è l'avvocato svizzero Ludovic Deléchat.
"Abbiamo formalizzato poche ore fa il passaggio al gruppo Bridge Football - sottolinea Celiento - e questo contribuirà a migliorare il lavoro portato avanti in questi anni e rilanciare il nome della città. Abbiamo incontrato grosse difficoltà che siamo riusciti a sostenere. La scelta sulla Bridge Football è dovuta dalla volontà di permettere al club di avere una guida sicura. In questi mesi abbiamo avuto incontri con diverse cordate e gruppi, ma sin dai primi contatti con Deléchat abbiamo capito che era la scelta giusta per dare lustro alla Pro non solo a livello nazionale”.
Ludovic Deléchat, svizzero. con una nonna originaria di Ivrea, ha parlato del progetto Pro Vercelli sotto la guida del Bridge Football: "Negli anni ho lavorato alla Fifa, come vice capo dell’ufficio legale. ora sono alla Bridge Group che, ci tengo a precisare, non è un fondo ma una società di sviluppo calcistico. Siamo un gruppo sino-olandese, con uffici ad Amsterdam e Hong-Kong ed Amsterdam. In Olanda abbiamo rilevato il Den Bosch, che dopo campionati difficili in serie B, ora sta disputando i playoff. Siamo ambiziosi anche se riteniamo fondamentale la sostenibilità economica. Abbiamo voluto presentarci prima della finale playout che, per noi, vale come la Champions, proprio per far sentire all'ambiente la nostra vicinanza e confermare che pure nella malaugurata ipotesi della serie D, noi investiremo nel club. Occorre sistemare i bilanci ma il brand della Pro Vercelli, con i suoi sette scudetti è storico: per questo per noi è un orgoglio ma anche un onere nell'essere all'altezza. Dovremo ragionare sia a livello tecnico che gestionale. Sappiamo che in Italia il calcio è qualcosa di quasi "religioso" per questo dovremo calarci in questa realtà. Anche siamo una società internazionale siamo aperti alle collaborazioni con la città e il territorio: una sinergia determinante nel progetto. Come in Olanda, abbiamo inserito in società figure olandesi, altrettanto vorremmo fare in Italia. Come dicevo il nostro è un progetto ambizioso, perché la piazza merita altri palcoscenici. Non vogliamo fare promesse ma garantire il massimo impegno. Punteremo sulle infrastrutture e cercheremo di coinvolgere i tifosi perché la loro presenza, come quella del Comune, è decisiva. Per questo invitiamo il pubblico, sabato, a gremire lo stadio contro la Pro Patria. Per noi le bianche casacche sono un impegno e una grande responsabilità".
Deléchat illustra le fasi della trattativa che hanno portato la Pro alla Bridge Group: "I primi contatti li abbiamo avuti a fine novembre, quindi è cominciata la "due diligence" grazie anche alla preziosa collaborazione degli attuali proprietari. Vercelli è vicina a Milano, Torino, Genova, la Svizzera, per questo c'è l'opportunità per affidarci sia ai giovani del territorio ma anche di altre importanti realtà. I giovani di talento formeranno l'ossatura ma arriveranno anche diversi calciatori d'esperienza. Come In Olanda, ci siamo avvicinati a una società storica".
Il futuro? "Molto dipenderà da sabato: noi ci auguriamo di restare in Lega Pro dove dal punto di vista economico, ci sono maggiori ritorni ma, al di là della categoria, faremo diversi investimenti. Sicuramente abbiamo la potenzialità economica per ambire a un ripescaggio, ma a questi progetti, ripeto, penseremo da domenica. Nel nostro tra dirigenti, tecnici e video analisti, scout, director football, abbiamo un pool esperto e intenditore di calcio: conosciamo bene la Lega Pro, le serie maggiori e, ovviamente Pro Vercelli, la cui storia è nota in tutto il mondo".