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Cronaca | 21 febbraio 2025, 10:18

Porta cocaina e crack al figlio detenuto: mamma pusher individuata da Leonida, cane antidroga

Vercelli, la donna arrestata dalla Penitenziaria.

Porta cocaina e crack al figlio detenuto: mamma pusher individuata da Leonida, cane antidroga

E' andata al colloquio con il figlio detenuto, portandosi della droga, nascosta nella biancheria. Nel corso dei controlli preliminari all'ingresso, però, lo stupefacente non è sfuggito al cane antidroga Leonida e la donna, sottoposta a perquisizione dalla Polizia Penitenziaria, è finita in arresto.

A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria per voce del segretario per il Piemonte, Vicente Santilli: «Si è trattato di una significativa operazione congiunta dei Reparti Cinofili e Colloqui della Polizia Penitenziaria di Vercelli. La donna, volendo fruire di colloquio con il figlio detenuto, durante i controlli di rito è stata segnalata e sottoposta ad accurata perquisizione dopo gli allarmi del cane antidroga Leonida. Alla perquisizione, celato nelle parti intime, sono stati rinvenuti tre involucri che contenevano varie grammature di cocaina, crack e altro stupefacente».

La donna, su disposizione del magistrato, è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari: «L’operazione - prosegue il sindacalista - assume un significato particolare in questo delicatissimo momento, per un corpo di Polizia che professionalmente opera nella società e per la società, ed è la testimonianza che la Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia». 

Piena soddisfazione del sindacato, dunque, per tutta l’operazione svoltasi. «E assume particolare importanza se si considera che i poliziotti in servizio i penitenziari della Regione Piemonte sono ormai sempre più spesso oggetto di quotidiane aggressioni, da parte di alcuni detenuti facinorosi».

Donato Capece, segretario generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, commenta: «È oramai continua l'azione di contrasto per l'introduzione, la detenzione e l'uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del Corpo di Polizia penitenziaria. È un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini. L’operazione è la testimonianza della professionalità della Polizia Penitenziaria, che oltre a partecipare attivamente all’opera di rieducazione e trattamento, svolge con abnegazione e competenza l’attività di Polizia. Per questo - rimarca - è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Vercelli ma anche per tutte le altre strutture detentive siciliane. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori».

redaz

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