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Politica | 07 maggio 2024, 10:03

Interviste ai candidati/7: Filippo Campisi (Partito Democratico)

«Passione, onestà, competenza, esperienza, dialogo con tutti: facciamo, insieme, tornare Bagnasco, uno di noi».

Filippo Campisi, avvocato, 61 anni

Filippo Campisi, avvocato, 61 anni

Prima domanda. Perché ha deciso di candidarsi?

È stata una decisione meditata ma anche, per così dire, naturale e convinta.
Meditata perché conosco l’impegno e la fatica di una campagna elettorale; naturale e convinta perché, dopo essere stato tra coloro che avevano invitato Gabriele Bagnasco ad accettare la candidatura a sindaco, quando lo ha fatto il minimo mi è parso condividerne concretamente l’impegno, mettendo a disposizione quelle che possono essere le mie esperienze e competenze. In fondo è ciò che lui fece nel 2009, a parti invertite. Ed era già stato sindaco due volte.
Ma non è stato solo per senso di riconoscenza che ho deciso di candidarmi. C’è stato pure che gli uomini e le donne del Partito Democratico e delle altre due liste che appoggiano Bagnasco sono preparati e motivati e che Gabriele vuole bene alla nostra città e ha già dimostrato di saperla amministrare con competenza, passione, garbo, equilibrio, capacità di dialogo e ponderazione nelle scelte. E anche con signorilità, il che non guasta.
Ecco perché mi è venuto facile dire di sì, come sempre mi viene facile quando credo in un progetto, in un gruppo, in una persona che li rappresenta.
E allora, invece di restare fuori dalla mischia della competizione elettorale come di solito fa chi ha avuto il ruolo che ebbi io nel 2009, ho deciso di mettermi a disposizione nella lista, accettando, insomma, di mettermi in gioco. E’ anche un rischio, lo so, ma non importa e poi ogni giorno che passa questa avventura diventa sempre più appassionante.

La seconda. Si presenti agli elettori. Lavoro e hobby. Eventuale passato politico.

Ho 61 anni, sono nato a Roma e sono arrivato a Vercelli che avevo sei anni e mezzo, nell’agosto 1969. Mio padre era un militare e, come tale, soggetto a trasferimenti. Crescendo qui ho imparato presto ad apprezzare e ad amare Vercelli e i vercellesi, laboriosi e socievoli, in ciò aiutato anche dall’aver fatto il giornalista per “La Sesia” e radio e televisione locali a partire dal Liceo Classico e per tutti gli anni dell’Università. Fu un modo per esplorare e conoscere l’anima profonda della città. Indimenticabile.
Oggi faccio l’avvocato civilista a Vercelli, occupandomi prevalentemente di Diritto del Lavoro e di Responsabilità Civile.
Gli hobby sono i viaggi, la lettura di romanzi e saggi e le escursioni in alta montagna. Aggiungo la scrittura, purtroppo ormai limitata a post di viaggio su Facebook che comunque, e ciò mi fa piacere, sono molto apprezzati.
L’impegno politico vero è iniziato subito dopo Tangentopoli, con l’immersione in quel crogiuolo di esperienze degli anni Novanta: Alleanza Democratica, I progressisti, l’entusiasmante stagione dell’Ulivo. Aderii a un circolo in città che si chiamava “Circolo Ottantanove”, ispirato ai grandi cambiamenti del 1989. Ricordo incontri e discussioni appassionate tra di noi e con i rappresentanti dei partiti che ogni tanto venivano a confrontarsi in quel luogo di pensiero. Fu lì che conobbi, tra gli altri, Gabriele Bagnasco, allora leader dei Verdi.
Nel 1998 aderii ai Democratici di Sinistra, segretario era appena diventato Walter Veltroni e il partito aveva già sostituito alla base della quercia, che ne era il simbolo, la rosa alla falce e martello, rappresentative, nel nostro paese, di una storia di lotta per i diritti dei più deboli che però non era stata la mia. Nel 2007 partecipai alle primarie fondative del Partito Democratico e nel 2009 accettai gli inviti pressanti dei più autorevoli esponenti locali del Pd a candidarmi a sindaco di Vercelli. Come andò si sa ma fu comunque un’esperienza importante. Dal 2009 al 2014 sono stato consigliere comunale nel gruppo del Pd. Nel 2018, dopo essere stato vice presidente del gruppo di Vercelli del Meic, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, con alcuni amici con passato nel Partito Popolare e nella Margherita, tra i quali Alessandro Bizjak oggi candidato al Consiglio Regionale per il Pd, costituimmo un’associazione di cultura politica che si chiama “Riflessione e Proposta” e fui chiamato a presiederla. Abbiamo fatto convegni su temi di grande importanza e con relatori di prestigio come Renato Balduzzi, Guido Bodrato, Carlo Cottarelli e Marco Follini, poi col Covid tutto si è interrotto. Il resto è storia di oggi.

Chi, a suo avviso, in passato, da quanto ricorda, è stato un buon sindaco a Vercelli?

Negli anni Settanta e Ottanta Ennio Baiardi ed Ezio Robotti, uomini dalla grande personalità. Dall’avvento di quella che è impropriamente chiamata Seconda Repubblica, Gabriele Bagnasco, primo e secondo mandato è stato, a mio avviso, il migliore rappresentante di un modo nuovo, diretto e partecipativo, di fare il sindaco, e, più recentemente, Maura Forte, alla quale sarà certamente riconosciuto il merito di avere portato a Vercelli un colosso come Amazon.

 

Per la pubblicazione di questa intervista occorre pagare pegno. Bisogna rispondere a questa domanda (pena la non pubblicazione). Chi voterebbe come sindaco se non ci fosse la sua lista?

Sto al gioco, anche perché la domanda è, in fondo, la più stuzzicante di questa intervista e quindi non la eludo dicendo che mi asterrei. Conosco bene quasi tutti, un po' meno Catricalà e per nulla la candidata del Movimento 5 Stelle. Valuterei innanzitutto, perché si tratta di elezioni comunali, l’esperienza amministrativa dei candidati, che è un requisito assolutamente imprescindibile per fare bene il sindaco, e a quel punto, ristretto il campo, escluderei quelli appartenenti ad aree politiche distanti dalla mia o addirittura opposte a essa, perché l’impegno amministrativo rappresenta sempre, comunque e checché se ne possa dire, applicazione concreta di ideali e di un sistema di valori che ciascuno ha in sé. Alla fine di questa analisi voterei quindi Fabrizio Finocchi, anche auspicando che Azione, il suo partito, e il Pd possano al più presto trovare elementi di intesa per un percorso comune. Perché il centrosinistra, in un sistema politico ormai bipolare, ha bisogno anche di quella gamba per poter andare, se non più veloce, più lontano.

Infine. Un appello al voto per la sua lista in una frase.

Passione, onestà, competenza, esperienza, dialogo con tutti, uno di noi che possiamo salutare incrociandolo in bicicletta: facciamo insieme tornare Bagnasco, facciamo insieme tornare Vercelli, quella profonda che ha l’occasione per tornare ad avere voce.

rb

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