Taglio del nastro, sabato mattina, per la Galleria dei Benefattori, primo tassello dell'Atlante del Territorio realizzato dal Comune al primo piano del Salone Dugentesco. Uno spazio suggestivo e del tutto sconosciuto ai vercellesi, inutilizzato dagli anni '60 e, in precedenza, magazzino a servizio dell'ospedale Maggiore.
All'interno della galleria trovano posto una ventina di quadri degli illustri benefattori della sanità vercellese: un piccolo nucleo della "quadreria" che fa parte del patrimonio Asl. Si tratta di opere che erano in deposito in Comune e che sono state restaurate grazie a fondi propri e all'adozione da parte di un privato di una delle tele.
«La storia dell'ospedale è la storia di Vercelli - ha detto il sindaco Andrea Corsaro -: di Guala Bichieri che lo fondò come luogo di accoglienza dei pellegrini, e dei tanti vercellesi che, attraverso le loro donazioni, lo hanno fatto crescere attraverso i secoli, offrendo un esempio di buona amministrazione, di assistenza e cura».
Accanto al sindaco, la manager Asl Eva Colombo e l'architetto Liliana Patriarca: il recupero dei saloni e la creazione dell'Atlante sono frutto di un lavoro che ha coinvolto gli uffici comunali e molti professionisti e operatori culturali vercellesi. La catalogazione delle opere e la ricostruzione delle vite dei benefattori è frutto delle ricerche condotte da Cinzia Lacchia e Laura Berardi; gli attori Alice Monetti, Ettore Cassetta, Sandro Gino, Antonio Maria Porretti, Gianluca Mischiatti, Aisling Lenti e Annalisa Canetto hanno prestato le proprie voci ad alcuni dei benefattori: inquadrando il qr-code che sta accanto ai pannelli esplicativi, è così possibile ascoltare le storie di chi volle istituire posti letto per i malati e doti per le ragazze povere, lasciò terreni e cascine offrendo alla sanità vercellese la possibilità di investire in strutture, personale, tecnologie e ricerca.
«Un legame di affetto che prosegue anche oggi», commenta la manager Colombo ringraziando quanti sostengono l'ospedale con donazione di macchinari e fondi.
I quadri ritraggono noti vercellesi - l'avvocato e parlamentare Modesto Cugnolio, ad esempio, portavoce dei diritti delle mondariso o la sorella di Antonio Borgogna - ma anche rappresentanti di famiglie della borghesia, artigiani argentieri, l'infermiere e benefattore Pietro Rossi, molte nobildonne impegnate in attività filantropiche.
Un lavoro tutt'altro che concluso, quello del recupero della quadreria: a ricordarlo le sette tele già esposte seppure ancora in attesa di restauro, e le decine attualmente conservate all'Asl e in altre sedi istituzionali.
«Il primo studio per recuperare il parcheggione – ha ricordato il sindaco – sono del 2008: negli anni è stata riqualificata la piazza, l'ex 18, il complesso di San Pietro Martire, ora questo spazio e intanto sono in corso i lavori nella Manica delle Donne che ospiterà la nuova biblioteca. Avevamo un isolato di città che sembrava bombardato e che oggi torna a vivere. Le amministrazioni cambiano ma la volontà di restituire a Vercelli questi spazi prestigiosi è rimasta immutata».
Nell'Atlante troverà presto spazio anche l'Archivio fotografico Baita, attualmente in deposito all'Istituto Storico della Resistenza, altro patrimonio vercellese che racconta, tra l'altro, anche pagine dedicate all'ospedale e alla sanità.
Nel mese di dicembre l'Atlante sarà visitabile il sabato pomeriggio dalle 14,30 alle 18,30, con ingresso dallo scalone monumentale nella galleria che conduce al Foyer del Salone Dugentesco.