Sono le note di "Guerriero", di Marco Mengoni, ad accogliere il feretro di Giuseppe Saverio Lombardo sul sagrato della chiesa di Sant'Antonio, al rione Isola. Le esequie del più anziano degli operai Sigifer morti a Brandizzo hanno aperto la straziante serie degli addii, per le cinque famiglie che hanno perso un proprio caro.
A diffondere le note è l'impianto dell'Alfa bianca di Kevin Laganà, che il padre Massimo ha portato come segno di quel legame, saldato da un dolore atroce, che si è creato con le altre famiglie colpite dal lutto. E il lungo abbraccio tra la moglie dell'operaio "più anziano" - 52 anni, tre figli e due nipotini a piangerlo - e il papà di quello più giovane - 22 anni appena e tutta una vita di progetti spezzati - raccontano l'essenza di un lutto che ha unito persone, quartieri, storie di vita diversi.
«Giuseppe aveva il volto di un uomo buono - dice don Massimo Bracchi, celebrando il rito funebre - eppure anche lui era un guerriero: combatteva per la felicità delle sua famiglia, aveva scelto un lavoro duro, da fare di notte. Ora per lui è il tempo della pace nella luce di Dio. E per voi, che da un mese lo piangete, increduli per la sciagura che si è abbattuta sulla vostra famiglia, è il tempo di credere che il vostro Giuseppe vive in Dio, di farvi coraggio e di andare avanti nel suo ricordo».
A portare il cordoglio delle istituzioni, nella giornata in cui il Piemonte ha indetto il lutto regionale, sono il governatore Alberto Cirio, il presidente della Provincia, Davide Gilardino, la vice prefetto Cristina Lanini, il sindaco Andrea Corsaro. «Il nostro impegno in memoria dei concittadini - dice il sindaco al termine della cerimonia -, dev'essere volto a evitare il ripetersi di simili tragedie. Le leggi sulla sicurezza ci sono, occorre l'impegno di tutti affinché vengano rispettate e vengano potenziati i controlli».
Tra la folla, il segretario della Camera del Lavoro, Valter Bossoni e l'ex sindaca Maura Forte, i familiari delle altre vittime della strage di Brandizzo.
All'esterno della chiesa, accanto alla foto di Lombardo, le corone della Sigifer, di Rfi, dei parenti di Laganà, degli amici dell'Isola: sul feretro un cuscino di rose gialle e l'abbraccio disperato della moglie, Barbara, che non si stacca neppure un attimo per tutta la funzione.
«I vostri cari - dice don Bracchi durante l'omelia nella quale accomuna tutte le vittime - non vi hanno dimenticati, non possono dimenticarvi come voi non potrete. Loro continuano a volervi bene e sono tutti incamminati verso la luce di Dio che dà loro serenità e pace».
All'uscita, stretta tra i figli Elena, Rosanna e Marco, Barbara Lombardo riceve l'abbraccio della città e delle istituzioni. Dall'auto di Kevin Laganà le note di “D'Improvviso" di Lorenzo Fragola accompagnano il volo verso il cielo di palloncini gialli e il lungo applauso con il quale gli amici salutano la bara di Giuseppe Lombardo.