Un percorso durato undici anni ha trasformato l'isolato tra corso Palestro e via Farini in una cittadella dedicata agli studenti del liceo Scientifico. Un'area totalmente protetta che ingloba l'edificio storico del Liceo, l'ex Lavatoio e la nuova ala realizzata verso il giardino, al posto di quella lesionata dal sisma che nel 2012 colpì l'Emilia Romagna.
Nella nuova palazzina, chiara, luminosa, a impatto zero e riscaldata tramite pannelli fotovoltaici, trovano spazio quattro aule, 2 biblioteche (una sarà aperta anche alla città), un laboratorio e tutti i relativi servizi e spazi tecnici. All'esterno, il tratto di vicolo Olivero che la separava dall'ex Lavatoio è stato interdetto alla circolazione e chiuso da cancelli: il selciato posto lungo il camminamento esterno, ricorderà che quella era l'antica via di accesso alla città da Porta Milano.
Al taglio del nastro, avvenuto in concomitanza con la cerimonia di avvio dell'anno scolastico, hanno partecipato il presidente della Provincia Davide Gilardino con il consigliere con delega all'edilizia scolastica, Pier Mauro Andorno l'assessore regionale all'Istruzione Elena Chiorino e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, il parlamentare vercellese Emanuele Pozzolo; il sindaco Andrea Corsaro, il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, l'arcivescovo monsignor Marco Arnolfo, e tutto il mondo della scuola. Molti di loro sono stati in prima linea nel lungo lavoro svolto per dare nuovi spazi al liceo.
«Chiudiamo una ferita che si era aperta nel 2012 – ha detto Gilardino –; Dopo il sisma, le crepe orizzontali che si erano aperte sui pilastri portanti non ci hanno lasciato altra soluzione che evacuare la scuola e, successivamente, abbatterla. Grazie alla collaborazione con Regione e Comune è stato possibile recuperare l'ex Lavatoio e infine siamo arrivati alla costruzione di questa nuova casa di voi studenti». Corsaro ha ricordato l'importanza della collaborazione tra le istituzioni, mentre Chiorino e Delmastro hanno inserito l'intervento in un più ampio quadro regionale e nazionale.
«Lo sforzo che vogliamo fare - ha detto il sottosegretario - è di creare un'Italia diversa, che non ci metta undici anni per ricostruire una scuola e che individui le responsabilità di chi ha progettato o realizzato un edificio lesionato da un sisma avvenuto a centinaia di chilometri di distanza».
Il nuovo edificio è alimentato dai pannelli solari e da un impianto con pompa di calore: intanto, ha annunciato l'assessore Chiorino, sono in procinto di partire anche il lavori di sistemazione dell'area esterna, finanziati con i fondi del Pnrr.