Un grande striscione e una foto gigante campeggiano davanti all'ingresso del condominio di corso XXVI Aprile. «In ogni risata ci sarai. Il tuo nome, per sempre, nei nostri cuori. Kevin». Da due giorni amici e parenti di Kevin Laganà, la più giovane delle vittime della strage di Brandizzo, piangono il 22enne morto sui binari, insieme a quattro colleghi di lavoro.
«Kevin era uscito di casa sereno come tutte le sere. Ci siamo sentiti dieci minuti prima dell'incidente. Mi ha mandato un messaggio: Papà di voglio bene», sussurra Massimo Laganà, il padre della giovanissima vittima.
Amici, parenti e conoscenti del giovane lasciano fiori, candele e piccoli oggetti in terra, davanti allo striscione che ricorda Kevin e gli amici lo ricordano per il ragazzo semplice e generoso che era.
Tutti gli amici hanno ricordato Kevin indossando una maglietta con il suo viso impresso, scrivendo brevi messaggi di saluto sui social sullo striscione apposto sotto casa.
«Era uscito solo per andare a lavorare e non è più tornato - prosegue il padre - Ora per mio figlio posso solo chiedere giustizia. Aveva 22 anni, chi ha delle colpe deve pagare».


















