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Attualità | 16 maggio 2023, 14:00

Alberto Paleari, un gentiluomo tra le montagne

Il rispetto per la montagna, per i passi, per i confini, per gli alpeggi, per le persone che vivono in montagna o che affrontano la montagna con affetto e rispetto, fanno di Paleari una guida alpina appassionata e garbata come fosse un gentleman che si avventura tra i monti.

Alberto Paleari (Foto di Erminio Ferrari) per Pordenonelegge

Alberto Paleari (Foto di Erminio Ferrari) per Pordenonelegge

Alberto Paleari è un attempato e canuto signore che ha trascorso tutta la sua vita dedicandosi alle sue due grandi passioni: la montagna e la scrittura. Lo incontro in un pomeriggio luminoso di fine aprile in un locale del grazioso paese dove abita sulle alture moreniche del Lago Maggiore.

Mi viene incontro con “un’andatura fra l’indolenza del passeggiatore e la pensierosità dell’uomo occupato” che ricorda il modo di incedere del Monsieur Rabourdin di Balzac. 

Incontrarlo è stato semplice come semplice è il suo stile di vita che, seduti ad un tavolo sorseggiando un caffè, mi racconta con piacere e naturalezza. 

Con l'abilità e la sintesi di scrittore navigato mi racconta della sua gioventù incastrata tra l'azienda paterna da mandare avanti un po' controvoglia, l'attrazione per gli studi di filosofia e le sempre più frequenti ed appassionate uscite in montagna. 

Ed alla fine sarà proprio la montagna a prevalere su tutto. L'amore per i luoghi natii, per la natura incontaminata e selvaggia di quel lembo di Piemonte incuneato tra il Canton Vallese ed il Canton Ticino della Confederazione Elvetica, lo attraggono in modo totale. 

E sono proprio quei luoghi fuori dai circuiti turistici, fatti di montagne aspre dai lunghi avvicinamenti a segnare profondamente il suo andar per monti. 

Il rispetto per la montagna, per i passi, per i confini, per gli alpeggi, per le persone che vivono in montagna o che affrontano la montagna con affetto e rispetto, fanno di Paleari una guida alpina appassionata e garbata come fosse un gentleman che si avventura tra i monti. 

La personalità schietta, schiva e sensibile contemporaneamente affiora particolarmente in un brano del suo recente libro intitolato "Sul confine" quando, a proposito del suo mestiere di guida alpina racconta: "Ombretta e Piero sono stati fra i miei migliori clienti (…) Di solito quando racconto  dei miei compagni di salite in montagna non amo usare la parola clienti (…) è’ successo che una volta, se non sbaglio mentre salivamo alla cabane de la Dent Blanche, Ombretta mi abbia chiesto perché non mettevo mai il distintivo da guida. Ho risposto che un po' mi vergognavo perché spesso mi capitava di fare errori che una guida non dovrebbe fare, e un po' perché mi ero accorto che alcune delle persone che accompagnavo si sentivano sminuite ad andare con una guida, come se le loro salite valessero meno che se le avessero fatte con amici dilettanti. Ombretta disse che per loro era esattamente il contrario, erano fieri di andare con una guida, gli pareva di essere dei nobili inglesi dell’Ottocento.” 

Mauro Carlesso Scrittore e camminatore vegano

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