Riceviamo e pubblichiamo.
Il Lupo Bianco ha donato, venerdì 24 marzo, 10.000 euro alla Croce Rossa di Vercelli. La somma servirà come caparra d’acquisto di un furgone che trasporterà ammalati e invalidi.
“Grazie a questo nuovo aiuto dell’avvocato Carlo Olmo - commenta il vice-commissario Paolo D'Otricoli - potremo iniziare a lavorare sul mezzo per installare il braccio sollevatore che ci consentirà di accompagnare i pazienti in sedia a rotelle”.
Si tratta della seconda donazione, nel giro di poche settimane, effettuata dal Cavaliere al Merito della Repubblica alla Croce Rossa di Vercelli.
La prima è servita, lo scorso gennaio, all’acquisto di una sedia sali-scendiscale cingolata. L’attrezzo è ‘vitale’ per i volontari nell’accompagnare i pazienti invalidi o con gravi difficoltà motorie nelle proprie abitazione dopo una visita o un accesso all’ospedale Sant’Andrea. Recentemente la sedia è stata utilizzata per trasportare un paziente di oltre 90 chili fino al quinto piano di un condominio cittadino dove risiede.
“Ha alleviato le fatiche delle nostre schiene - cristallizza con un sorriso D’Otricoli - Ci è servita, ci servirà molto. Sono già 17 gli operatori che sanno utilizzarla alla perfezione. Siamo rimasti colpiti dal fatto che in soli tre giorni dalla nostra richiesta, avanzata da Alessia Manuzzato, il Cavaliere ci ha permesso di acquistarla con il suo intervento economico”.
“La sedia e il furgone - spiega Olmo - sono due progetti molto importanti per la Croce Rossa. Nel mio piccolo ho cercato di dare un contributo concreto e non solo di dimostrare solidarietà a parole come, purtroppo, tante persone hanno fatto, fanno e ancora faranno in un futuro anche molto, molto prossimo. La CRI va sostenuta e appoggiata con i fatti. Perché? Perché è un’organizzazione che ci aiuta quotidianamente”.
Davanti ai volontari, che hanno voluto essere presenti alla donazione di 10.000 euro per l’acquisto del furgone, Olmo ha rimarcato “la necessità di porre una sempre maggiore attenzione all’intero comparto della Sanità cittadina. Non possiamo solo far fronte alle situazioni emergenziali. Dobbiamo essere capaci di programmare, organizzare un mondo, quello sanitario, che quotidianamente coinvolge centinaia e centinaia di vercellesi”.