Un cittadino di 77 anni, residente a Rovasenda, ha denunciato alla Stazione Carabinieri di Buronzo di avere ricevuto, verso le ore 18.30 dello scorso 7 marzo, una telefonata da parte di una persona di sesso femminile, che si è spacciata come sua figlia e, dicendo di essere stata coinvolta in un sinistro stradale, ha chiesto un'ingente somma di denaro per coprire le spese della controparte. Nella telefonata è poi intervenuto anche un altro interlocutore il quale, sostenendo di essere un Carabiniere, ha avvalorato la tesi sostenuta dalla complice, avanzando anche la possibilità che la somma da anticipare sarebbe potuta consistere anche in oro o altri oggetti preziosi. La vittima, insospettita, non è però caduta nel tranello, per cui la truffa non si perfezionava e permaneva allo stato di mero tentativo. A questo riguardo è bene rammentare che né i Carabinieri, né gli appartenenti a qualsiasi altra forza dell’ordine, richiederebbero, a maggior ragione al telefono ma anche di persona, la consegna di somme, preziosi, orologi o altri oggetti per qualsivoglia motivo e, dunque, ogni richiesta di questo genere sottende sempre ad un tentativo di truffa in danno di chi la riceve.
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