Il gioco d'azzardo sperimentato sulla propria pelle e visto "dietro le quinte". Da martedì 31 gennaio la mostra interattiva “Fate il nostro gioco”, ideata da Taxi1729 e promossa dal SerD dell’Asl a studenti e normali cittadini di riflettere sui meccanismi e sui rischi dell'azzardo patologico.
Trasformati in un casinò, gli spazi dell'ex chiesa di Santa Chiara in corso Libertà 300, daranno la possibilità, fino al primo marzo prossimo, di vivere un'esperienza immersiva e di riflettere dal punto di vista matematico e logico sui meccanismi che governano vincite, ma soprattutto perdite, di slot machine, roulette, gratta e vinci, scommesse sportive.
Le visite sono gratuite e guidate da comunicatori scientifici; la durata prevista è di 1 ora e 20 minuti per gruppi di 30 persone al massimo. Partono a intervalli regolari da lunedì a sabato (ore 9 - 17) e la domenica (10 – 17.30) ed è opportuno prenotare attraverso il sito www.fateilnostrogioco.it/vercelli.
«Quando si gioca d'azzardo - ricordano Paolo Canova e Diego Rezzuto, un matematico e un fisico torinesi ideatori della mostra - dev'essere ben chiaro che il banco vince sempre. Non esiste un azzardo in cui vinca lo scommettitore: lo dimostra la matematica. Alla ruolette il ritmo medio di perdita è di 5 euro ogni 100 giocati; le slot machine hanno un software interno che determina la percentuale di perdita, al Gratta-e-vinci della serie "Il miliardario" il ritmo di perdita è di 27 euro ogni 100 giocati. Ma in tutti i casi intervengono meccanismi che, facendo leva su tecniche sottili e accattivanti, legano il giocatore alla convinzione malata che ci sia sempre la possibilità di rovesciare le proprie sorti e di battere la macchina».
E se è vero che in media un gratta-e-vinci su quattro è vincente, è altrettanto vero che si tratta di solito di premi di poco conto. «Su un lotto che include 108 milioni di gratta-e-vinci stampati, 18 tagliandi fanno vincere 500mila euro - spiegano i "croupier" guidando i visitatori in mostra - ma l'illusione malata di trovarne uno spinge le persone a bruciare ingenti risorse».