Boicottare la propria maggioranza. E' la nuova strategia politica della Lega vercellese targata Montani - Locarni. Che, posta di fronte al dilemma «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» in Provincia opta per la seconda soluzione facendo saltare il Consiglio di giovedì mattina e, in Comune, se ne va solo dopo aver votato i punti salienti all'ordine del giorno della seduta - le variazioni di bilancio - ma rendendo palese l'ennesima spaccatura, visto che i consiglieri Locca e Maris non hanno seguito gli ordini di scuderia (ma anche altri avrebbero obbedito obtorto collo...).
Il disagio amministrativo provocato è prossimo allo zero, visto che in Provincia gli atti possono essere assunti con decreto del Presidente e che in Comune le variazioni di bilancio erano già state approvate. A voler vedere il bicchiere mezzo vuoto, l'azione leghista ha portato, al momento, a due comunicati stampa in cui i gruppi di minoranza stigmatizzano l'accaduto. Ed evocano scenari di una crisi politica insanabile. Non un gran risultato per l'immagine complessiva del centro destra.
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E a voler vedere il bicchiere mezzo pieno? Dietro ai mal di pancia leghisti ci sarebbe la mancata nomina di Alessandro Montella - uno dei firmatari della lettera che chiedeva la rimozione di Paolo Tiramani dall'incarico di commissario e fedelissimo dell'ex sindaco di Gattinara, Daniele Baglione - alla vice presidenza della Provincia. E, siccome il presidente della Provincia Davide Gilardino non ha ancora attribuito alcuna delega, si potrebbe pensare a una prova di forza per rivendicare un ruolo che appare più traballante dopo le ultime elezioni politiche.
Ma anche qui il risultato non sembra essere quello sperato. Nella giornata di giovedì, ai consiglieri provinciali leghisti è stato recapitato un messaggio di annullamento degli incarichi di rappresentanza, fin qui ricoperti in virtù delle precedenti deleghe assegnate loro da Eraldo Botta. Un azzeramento in vista dell'assegnazione che Gilardino dovrebbe concordare con i nuovi vertici del Carroccio? O un azzeramento e basta (visto che i consiglieri provinciali scadono tra qualche mese)?
Cosa c'entri il Comune di Vercelli con la nomina di Montella, invece, resta un mistero... Così come è incomprensibile la strategia avallata da Locarni - che siede in giunta ed è segretario cittadino della Lega - di far abbandonare l'aula. Con quattro assessori nell'esecutivo, il Carroccio è il partito con il maggior numero di rappresentanti all'interno del governo della città: per cui è quantomeno bizzarra la richiesta di "un cambio di passo", già avanzata in una precedente lettera firmata insieme a Montani. Chi dovrebbe farlo questo cambio di passo?
«Forse la Lega deve far pace con se stessa», chiosa di ritorno da Roma il parlamentare e segretario provinciale di FdI, Emanuele Pozzolo. Che aggiunge: «L'alleanza di centro destra non è in discussione, così come non sono in discussione né il lavoro del sindaco Corsaro e nemmeno i risultati che sta portando a casa per la città. Credo sia il caso di tornare a far politica pensando in primo luogo agli interessi dei vercellesi».
I travagli nati in casa leghista dopo l'estromissione di Tiramani dal ruolo di commissario sono di certo lontani dall'essere risolti - ad esempio il commissario Montani ha chiarito senza mezzi termini che il congresso provinciale non è un tema all'ordine del giorno fino a che la posizione dell'ex sindaco di Borgosesia non sarà definita in qualche modo (come, però, resta un mistero... Se Tiramani non lascia la Lega, qualcuno si prenderà davvero la briga di mandarlo via per evitare che un suo fedelissimo possa diventare commissario o segretario provinciale?).
Un dato però è inconfutabile: nessuno ha interesse a tirar troppo la corda. E meno che mai la Lega. Quanti consiglieri leghisti verrebbero nuovamente eletti se si votasse oggi per il Comune? Non certo lo "squadrone" portato a casa nel 2019. E quanti potrebbero diventare assessori?