San Marco svela un altro dei suoi tesori: realizzando un sogno accarezzato fin dai tempi della costruzione di Arca e della riqualificazione della chiesa, il Comune riapre la cappella Pettenati, suggestivo spazio gentilizio appartenente alla cosiddetta "quarta navata" dell'antico luogo di culto. Un ambiente finora celato da una spessa tamponatura che da tempo immemorabile aveva fatto perdere il ricordo degli affreschi presenti nella zona.
Unica cappella gentilizia finora riaperta tra quelle che un tempo costituivano la quarta navata di San Marco - e che nei secoli vennero poi ridotte a usi profani e separate dal corpo della chiesa - la cappella Pettenati custodisce apparati decorativi straordinari, tra i quali un affresco di San Nicola da Tolentino, ma anche tracce delle ricche decorazioni che ornavano i muri e le volte.
«Grazie al decennale impegno per i restauri - ha detto il sindaco Andrea Corsaro presentando il nuovo spazio recuperato - abbiamo riscoperto alcune opere meravigliose che appartenevano a questa chiesa: dall'Albero di Jesse per arrivare a questo San Nicola ma anche a queste volte decorate magnificamente con l'azzurrite, i raggi del sole quasi intatti, e l'episodio del miracolo del bambino salvato dal canale, molto poco rappresentato».
Complessivamente sono stati investiti 700mila euro nei restauri delle decorazioni di San Marco, grazie a uno stanziamento di 450mila euro di fondi Por-Fesr, a cui si sono aggiunti altri 229mila euro dal Comune.
L'esecuzione di un breve concerto da parte di Guido Rimonda e di alcuni artisti della Camerata Ducale ha anche rivelato l'ottima acustica di un angolo davvero suggestivo.
A illustrare i dettagli dell'intervento di restauro che ha interessato volte, infissi, pavimentazione e sottoservizi, sono stati la restauratrice Maria Luisa De Toma e il direttore dei lavori Antonio Besso Marcheis: «Tutta la cappella è monitorata da un sistema di controllo in remoto che registra le variazioni dell'ambiente: dall'umidità alla presenza di inquinanti», ha rivelato.
Corsaro, dal canto suo, ha ripercorso la lunga e travagliata storia di San Marco: dai misteri - come quello del ritrovamento cinquecentesco della sepoltura di Simone di Collobiano - alla dispersione degli altari delle cappelle, oggi custoditi in varie chiese della città, sino alla lunga battaglia di Camillo Leone per preservare dall'abbattimento l'abside quando ormai la chiesa era sconsacrata e destinata a diventare mercato cittadino. Durante la guerra i sotterranei furono usati come rifugio e poi divennero i magazzini delle merci fino ai primi anni 2000 quando il "Serraglio" come un tempo veniva chiamato il mercato coperto, chiuse definitivamente per rinascere come polo museale grazie ad Arca, alle mostre, al lungo e paziente recupero tuttora in corso.
«Per l'autunno stiamo preparando nuove sorprese», ha annunciato Corsaro invitando chi ancora non l'avesse fatto a cogliere l'occasione delle Giornate Fai di Primavera per scoprire non solo la Cappella Pettenati e San Marco, ma anche la mostra dedicata a Francesco Messina e alle sue straordinarie sculture.