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Politica | 08 maggio 2021, 09:38

Acquedotto: la giunta dice no alla gestione diretta del servizio

La delibera verrà discussa al Consiglio comunale del 19 maggio prossimo. Costi, investimenti e vastità della rete da gestire tra le motivazioni del No

Acquedotto: la giunta dice no alla gestione diretta del servizio

La giunta di Vercelli non intende esercitare l'opzione di acquisto del ramo di Asm che si occupa della gestione di tutte le attività e servizi relativi al servizio idrico. Un'opzione che, nel 2015, era stata inserita nei patti parasociali siglati in vista della cessione delle quote dell'allora Atena a Iren.

A sancirlo è una delibera, adottata nei giorni scorsi, e che verrà portata all'ordine del giorno del Consiglio comunale del 19 maggio. Tra le motivazioni che vengono illustrate a sostegno della decisione ci sono il fatto che il Comune si troverebbe a dover versare tra i 37 e i 44 milioni di euro all'attuale gestore come quantificazione del corrispettivo per l'esercizio dell’opzione; che «così come previsto nel patto di opzione, l’acquisizione del ramo aziendale comporterebbe il subentro da parte del Comune in tutti i rapporti contrattuali attivi e passivi, in tutti i debiti e passività, nei rapporti con il personale diretto e indiretto impiegato nella gestione del servizio, nonché il subentro nella proprietà dei beni e delle infrastrutture realizzate da ASM S.p.A. anche al di fuori del territorio comunale di Vercelli». In pratica, in base ai patti parasociali, il Comune si troverebbe a gestire anche le reti idriche di Trino, Cigliano, BorgoVercelli, Bianzè,Casanova Elvo, Desana, Lamporo, Olcenengo, Palazzolo, Prarolo, Rive, Saluggia, Tronzano, Villata con tutte le conseguenze del caso in termini di personale e investimenti sulle infrastrutture.

Inoltre, secondo quanto contenuto nella delibera della giunta comunale, Asm sta lavorando bene sul versante del servizio: «è valutata molto positivamente da parte di ATO2 Piemonte, con riferimento sia agli investimenti effettuati (per i quali risulta primo operatore d’ambito), sia alle tariffe applicate, sia con riferimento alle limitate perdite idriche, sia con riferimento alla qualità dell’acqua, sia con riferimento agli “Indicatori di qualità ARERA (pronto intervento, puntualità appuntamenti, tempestività attivazione forniture)». E, mentre sul versante della tariffe l'acquisizione della rete non porterebbe un beneficio immediato agli utenti, la giunta rileva anche come «nelle attuali gestioni “pubbliche” vengono nella maggior parte dei casi, applicate tariffe approvate da Arera più elevate rispetto a quelle attualmente applicate da ASM S.p.A , a fronte anche di minori investimenti».

Da qui la decisione di non esercitare il diritto di opzione: una scelta che dovrà essere ratificata nel corso del prossimo Consiglio comunale e che rappresenta un'inversione di marcia rispetto a quanto era stato votato nel settembre 2017. All'epoca, la maggioranza dei consiglieri aveva votato a favore della ripubblicizzazione dell'acqua - quindi della gestione diretta dell'acquedotto vercellese - approvando una proposta di delibera presentata da Pier Giorgio Comella, Mariapia Massa, Donatella Capra, Manuela Naso, Paolo Campominosi e Giordano Tosi per la riacquisizione delle reti idriche e l’affidamento della gestione del servizio ad un ente pubblico e non più ad un soggetto privato. Quel documento - che venne votato anche da SiAmo Vercelli, Movimento 5 Stelle, Lega Nord e Forza Italia, impegnava l'allora amministrazione “a realizzare nel corso di questo mandato amministrativo e prima del semestre antecedente la scadenza della convenzione vigente tutte le azioni necessarie e propedeutiche alla giusta valutazione per la riacquisizione delle reti e all'affidamento della gestione del servizio idrico a un soggetto giuridico di diritto pubblico, con le caratteristiche di azienda tenuta all'efficienza e all'equilibrio economico ma senza logiche di profitto, e improntata a criteri di trasparenza e partecipazione,  tenendo conto dell’impatto economico per il Comune che è fondamentale, attraverso uno studio indipendente di fattibilità; di avviare già nel corso del 2017 confronti con Atena per l’esame di una possibile e utile anticipazione rispetto al periodo temporale sancito dai patti parasociali e di prendere contatti immediati e stipulare intese con le Amministrazioni comunali che fanno capo agli altri sei gestori dell'Ato2 per l'esame di percorsi convergenti al fine di addivenire, in tempi stretti, alla costituzione del Consorzio pubblico di gestione».

 

 

 

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