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Pro Vercelli | 11 marzo 2021, 20:15

Auriletto, quello "che non molla mai"

«I momenti di difficoltà li supero con la forza di volontà» - «Modesto? Un uomo di cuore, sanguigno» - «Per domenica siamo carichi»

Simone Auriletto (foto archivio)

Simone Auriletto (foto archivio)

«Saro è fortissimo. Ha salvato la porta tante volte. E poi è un ragazzo d'oro. Poi c'è Masi. A volte gli dico: Nemmeno tu sai quanto sei forte. Tra noi c'è confidenza, e io da lui, dalla sua esperienza, ho solo da imparare. Infine c'è Hristov. È fortissimo, è un talento... non dico altro per scaramanzia».
Simone Auriletto, 22 anni, terza stagione alla Pro Vercelli ci racconta i suoi attuali compagni del reparto arretrato.

Resta lui da descrivere. Di te, Modesto dice che “non molli mai”. Però nel girone d'andata ti ha fatto fare anche un po' di panchina.
«Penso che Modesto abbia ragione. In effetti sono abituato a non mollare: io i momenti di difficoltà li supero con la forza di volontà...»

In effetti mi è successo di passare per via Massaua e di vedere che il primo ad arrivare agli allenamenti eri proprio tu.
«Sì, è successo. Anzi, diciamo che capita spesso»

Dicevamo della panchina.
«Il calcio è così. Un giocatore deve farsi trovare pronto, sia mentalmente che fisicamente, quando viene chiamato a scendere in campo.»

(Sta di fatto – ma questo non glielo diciamo - che Simone Auriletto ha disputato, insieme ai suoi tre compagni di reparto, un grande girone di ritorno).

Qualcosa della tua vita, della tua famiglia. Hai 22 anni, sei cresciuto nelle giovanili del Torino. Sei tifoso del Toro?
«Sono nato a Rivoli, da persone umili, lavoratori, che mi hanno trasmesso la passione per il grande Torino. Ma soprattutto mi hanno insegnato che se vuoi qualcosa te le devi conquistare lavorando. Sì, a dieci anni ho iniziato la trafila nel Torino, uno dei migliori settori giovanili in Italia. L'aria che respiri nel Toro è unica.»

Primavera del Toro, poi un anno nella Reggina e uno nel Matera. A febbraio del 2019 arrivi a Vercelli. A segnalarti a Varini e Vito Grieco è lo stesso figlio di Grieco, tuo compagno nel Matera. Questo è il tuo terzo campionato con la maglia della Pro Vercelli. Sempre nello stesso ruolo.
«Sì, arrivai segnalato dal figlio di Grieco e ho sempre e solo giocato come centrale, difesa a tre o a quattro non importa.»

Sei forte nel gioco aereo (ti aiutano i tuoi 188 centimetri) e sei anche veloce. Pregi e difetti tuoi?
«Di difetti ne ho tantissimi, per esempio devo migliorare nella gestione della palla. Il mio più grande pregio è l'aggressività, non concedere spazi all'avversario, insomma tenergli botta...»

Altro pregio: i tempi di inserimento in area avversaria.
«Sì, ho scoperto di averli, ma è merito del gioco che facciamo. Ho i tempi di inserimento ma devo migliorare nelle conclusioni.»

Una curiosità: com'è Zerbin da marcare in allenamento?
«Difficile da marcare. Ha talento, è veloce, ha tecnica. È bello avere compagni forti, si cresce. La Pro Vercelli quest'anno è anche questo. Ti permette di confrontarti con giocatori che sono di categoria o addirittura da superiore.»

Modesto?
«E' l'allenatore più preparato che ho avuto nella mia breve carriera.»

Descrivimelo a livello umano, con una frase.
«Una persona di cuore, ma anche sanguigna.»

Domenica arriva la capolista Como. Come ti senti?
«Carico, sono carico. Siamo carichi. Tutti:»

Remo Bassini

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