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Arte e Cultura | 25 novembre 2017, 01:30

Foto ed emozioni forti

INTERVISTA A BRUNO MARZI (IL 2 DICEMBRE SI INAUGURA UNA SUA MOSTRA)

Foto ed emozioni forti

Il 2 dicembre verrà inaugurata a Vercelli “Immagini di musica” un’iniziativa culturale di grande prestigio; infatti alle ore 18 di sabato i locali di Studio 10 in piazzetta Verdi, con il Patrocinio del Comune e dell’Assessorato agli eventi culturali, ospiteranno la prima mostra vercellese di Bruno Marzi, forse oggi, assieme a Guido Harari, il maggior fotografo italiano di musica pop-rock su scala internazionale. Bruno Marzi, vercellese doc, ma da tempo residente a Magenta, è un protagonista della scena musicale bicciolana, grazie all’attività sia di batterista in vari gruppi rock, al lavoro di disc jockey presso la mitica Radio City diretta da Mimmo Catricalà e all’esperienza di organizzatore di concerti, tra cui i leggendari Steppenwolf allo Stadio Robbiano. Nel 1976 il primo scatto fotografico a un recital di Antonello Venditti in piazza Cavour e da allora una carriera tutta in discesa che ha portato Bruno Marzi a calcare i teatri, le arene, gli stadi, i palatenda di mezzo mondo a immortalare tutti dai Led Zeppelin ai Pink Floyd, dai Rolling Stones a Frank Zappa, da Bob Dylan a Michael Jackson, in tutto oltre seimila musicisti di cui in mostra i Vercellesi potranno godersi un’ampia selezione.


Bruno Marzi, come sarà la mostra e soprattutto cosa ha pensato per l’inaugurazione?

Il 2 dicembre facciamo un vernissage nello spirito di quest’iniziativa, che mi ha fatto anzitutto coinvolgere il vecchio amico Marcello Bongiolatti, cantante e chitarrista, con il quale ci esibimmo ad esempio da supporter a Franco Battiato nell’immenso oratorio della parrocchia del Villaggio Concordia nel lontano 1972: era l’epoca di Fetus e Pollution. Per “Immagini di musica” Marcello suonerà con l’Evergreen Music Orchestra, 11 musicisti con sezione fiati, insomma una piccola grande attrazione con un repertorio soul, rock, r’n’b, funk, jazz di gruppi e solisti che ho fotografato nel corso degli anni.


Si sta già parlando di questa mostra come qualcosa di multimediale, giusto?

Vero, un’altra componente esotica del vernissage saranno anche le bignole dell’amico Daniele Godino, perché sono un amante della buona cucina. Ma, sul piano musicale, non ci saranno solo le mie foto da guardare ed eventualmente da acquistare a prezzi popolari, secondo la scelta politica che voglio attuare per la mia città. Ci saranno anche tutti, ma proprio tutti i videoclip su David Bowie (uno dei rocker da me più fotografati), ci saranno vari modelli di chitarra elettriche gentilmente messi a disposizione da Dosio Music, ci saranno presentazioni di libri musicali ancora però da stabilire.


Qualche idea al proposito?

Andando nel dettaglio io prenderei spunto da un evento parallelo: il 1 dicembre esce il libro sugli Skiantos di quell’Oderso Rubini che ha creato tutto il movimento rock bolognese, e che, mesi fa, mi ha contattato chiedendomi di fornirgli 50 mie foto, dovendo lui documentare, anche visivamente, il periodo iniziale del gruppo tra il 1977 e il 1978. Questo è un libro che vogliamo assolutamente presentare. Altro libro di imminente uscita è Voglio dare un senso di Guido Michelone che ha in copertina una mia immagine recente di Vasco Rossi che canta a San Siro: Michelone ha voluto dare un vero senso alla musica, raccogliendo in questo volume le più belle frasi di musicisti e scrittori, a proposito della musica stessa.


Foto, libri, chitarre, video, pasticceria, musica live, non manca proprio nulla?

Beh, un elemento fondamentale: il rapporto con il pubblico. Il contatto con la gente sarà intenso, diretto, comunicativo: terrò io aperta la mostra nei giorni di mercato per accogliere ogni tipo di visitatore e spiegargli tutto quello che mi vuole chiedere. Anche Guido Michelone sarà presente in alcune mattine per fornire soprattutto alle scolaresche una spiegazione critica in un inquadramento storico e sociologico.


E la collaborazione con Guido Michelone a quando risale?

Con lui ho fatto asilo, elementari, medie, un pezzo di liceo e un pezzo di università. Avevamo anche progettato un gruppo rock nel 1969: lui avrebbe dovuto suonare il basso, ma poi ha optato per la teoria. Dieci anni fa mi aveva interpellato per copertina e fotografie sul suo libro su Enzo Jannacci, il promo a uscire in Italia. Il resto è storia recente. Ma abbiamo grossi progetti insieme…


Veniamo ai contenuti della mostra: come ha fatto Bruno Marzi a scegliere una porzione tutto sommato limitata rispetto alle migliaia, forse milioni di foto scattate?

Ho voluto fare una mostra d’arte e non una di reportage e nemmeno una storia del rock per immagini. Ho scelto anche musicisti molto diverso fra loro dagli U2 ai Genesis, dai Police ai Pearl Jam, passando per Joni Mitchell, Bruce Springsteen, Alice Cooper, Bob Marley, Freddie Mercury e tantissimi altri persino italiani come i Krisma, il Banco, Enzo Jannacci, Ivan Graziani. Ho optato per le foto che mi hanno date le maggiori emozioni nel momento in cui le scattavo (quasi sempre dal vivo) e che rivedendole oggi continuano a emozionarmi e a darmi ulteriori stimolare per andare ancora avanti.

REDAZ

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