Non è il ragazzo a petto nudo, con un zaino in spalla, ad aver scatenato il panico in piazza San Carlo a Torino, dove sul maxischermo veniva proiettata la finale di Champions.
Il giovane, che dopo il terzo gol del Real Madrid, era stato ripreso in un video in una posizione che poteva essere giudicata da “kamikaze”, a spiegato che il suo era solo un tantitavo di calmare una mare di persone già in fuga.
Resta dunque ancora senza un perché l'ondata di panico che ha provocato, sabato sera, più di 1500 feriti, coinvolgendo anche gruppi di vercellesi e valsesiani che erano a Torino per la partita: una ventina i vercellesi passati dal pronto soccorso del Sant'Andrea per farsi medicare i tagli causati dalle cadute sulla marea di cocci di vetro disseminati per la piazza.
In Questura sono in corso interrogatori di molti giovani, mentre decine d foto, video e tweet sono stati acquisiti dalle forze dell'ordine che indagano su un'ipotesi di reato di procurato allarme.
Intanto è polemica sul Comune per la mancanta emissione dell'ordinanza contro la vendita di bevande alcoliche e di bottigliette di vetro nell'area della piazza e per la scelta di lasciar accalcare migliaia di persone senza prevedere adeguati spazi di accesso per ambulanze, forze dell'ordine e mezzi di soccorso.














