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Cronaca | 06 agosto 2015, 10:53

Mulatta insultata su viale Rimembranza: anche Vercelli discrimina

POCHI GIORNI FA, UNA TRENTENNE SUDAMERICANA E’ STATA PRESA A MALE PAROLE DA UN ANZIANO PER IL COLORE DELLA PELLE

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Vercelli, estate 2015: “brutta negra” è ancora un gestaccio che va purtroppo di moda. Non tra i ragazzini, non tra bande di extracomunitari rivali, ma tra un anziano ed una ragazza mulatta sudamericana di Cartagena.

Marisol, nome di fantasia, è una 30enne che da quasi 4 anni vive a Vercelli, dove lavora per tre aziende diverse, assieme ad alcuni famigliari. È una laureata con tanto di master e specializzazioni nel settore finanziario: una persona corretta, a modo, gentile, simpatica, colta e bella. «Giorni fa – racconta – ero in bicicletta col mio nipotino di 4 anni su viale Rimembranza. La pista ciclabile era un po’ sporca e piena di rametti, così abbiamo deciso di fare un breve tratto nella zona pedonale centrale. Pur muovendoci piano e con attenzione, un anziano, cui siamo passati accanto, mi ha urlato dietro fortissimo pesanti insulti, dicendomi di andare sulla pista ciclabile. Io sono una persona educata e non ho risposto, ma quello che fa più male è sentire il bambino chiedermi: “Zia, perché quel signore di ha detto brutta negra?”». Risposta semplice: ignoranza, pura e semplice. La paura viene dall’ignoranza, la cattiveria viene dall’ignoranza, l’arroganza viene dall’ignoranza, l’idiozia e la stupidità vengono dall’ignoranza. Certo, fa male. Ma è la realtà.

E così, una cittadina tranquilla come Vercelli, dove potrebbe condursi una vita a misura d’uomo per tutti, si macchia di questi gesti grazie a qualche cittadino ignorante. «Io vivo e lavoro qui – continua Marisol – pago le tasse, pago tutto e contribuisco a migliorare la società. Nel mio paese gli italiani sono accolti come grandi amici e ce ne sono moltissimi, laggiù. Qui invece devi ancora sentirti dire queste cattiverie».

Ancora, Marisol è in una banca della città per alcune operazioni, mesi fa, e qui una giovane impiegata si mette appositamente a parlare male degli immigrati, riferendosi apertamente a lei ed alle sue richieste. «Io ho un carattere rispettoso – conclude la giovane mulatta – e ho cura del Paese e della città che mi ospitano. I miei famigliari che vivono qui sono italiani a tutti gli effetti. Allora perché discriminare? La mia famiglia poi è composta da persone di ogni genere: mulatti, orientali, nord europei, bianchi, neri, alti, bassi, mori e biondi. Nel mio Paese non esiste questo atteggiamento: è assurdo viverlo qui. Io non mi mescolo con queste persone, rimarrò sempre educata e rispettosa degli altri».

«Forse c’è un clima esasperato per quanto si sente in televisione in merito agli immigrati ed ai clandestini – commenta il fidanzato vercellese di Marisol – ma bisogna saper distinguere: il bene e il male non guardano mai al colore della pelle…».

paolo pulcina

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