La Valsesia dice addio a Franca Tonella Regis, presidente emerito della Società Valsesiana di Cultura che aveva guidato per diversi decenni, storica insegnante di Italiano e Latino al liceo Scientifico di Borgosesia, ricercatrice e autrice di decine di pubblicazioni. Aveva 90 anni e ha cessato di vivere all'Hospice di Gattinara. Franca Tonella Regis lascia i figli Michele, Alberto e Agata con le rispettive famiglie: le esequie si svolgeranno martedì alle 10 nella chiesa parrocchiale di Borgosesia.
«Se ne va un pezzo del nostro patrimonio culturale. Grazie da tutta l’Unione Montana dei Comuni della Valsesia per l’impegno profuso negli anni con passionale dedizione a favore della Cultura del nostro Territorio», scrive in una nota Francesco Pietrasanta, presidente dell'Unione Montana.
Di seguito il ricordo di Piera Mazzone, direttrice della Biblioteca Farinone Centa di Varallo.
Nell’assemblea annuale della Società Valsesiana di Cultura, tenutasi il 29 maggio 2016 a Varallo, in Biblioteca, la segretaria, Teresa Perino Bocchio, a nome del Consiglio Direttivo uscente, aveva proposto la nomina a Presidente Emerito di Franca Tonella Regis: “Per i meriti acquisiti nella sua lunga militanza nell’Associazione della quale è stata Presidente dal 1977, e per il suo costante e proficuo impegno”, accettata per acclamazione dall’Assemblea ed accolta da Franca con molta commozione. Il 12 dicembre, nella sede della Società, a Palazzo Castellani, le era stata ufficialmente consegnata la targa di Presidente Emerito: “Per l’impegno profuso negli anni con intelligente dedizione”.
Franca era stata Presidente della Società Valsesiana di Cultura dal 1977, anno in cui successe a Carlo Guido Mor, svolgendo un ruolo fondamentale, non solo per stimolare e incoraggiare le attività della Società, ma anche per diffondere in Valsesia l'interesse e l'amore in particolare per gli studi di storia e di arte. La sua energia, la sua curiosità intellettuale, la sua apertura nei confronti di qualsiasi tematica “umanistica” sono confluiti in oltre sessanta pubblicazioni tra monografie, curatele, articoli. Le sue pubblicazioni hanno segnato punti fermi nella storiografia valsesiana e costituiscono la base degli studi successivi. Gli furono cari i temi legati all’emigrazione, al ruolo delle donne e alle forme di devozione: fu ideatrice, anima e autrice di numerosi ed importanti contributi di studio e ricerca, ma di Lei resta impressa la capacità di coinvolgere e di comunicare, senza intermediazioni: era ricca di umanità, oltre che di cultura.
Nel 1989 Franca presiedette la Giuria dell’Incontro Biennale di poesia dialettale valsesiana Pinet Turlo e firmò la Prefazione del Quaderno n. 9, aprendola con : “Scrivere poesia oggi è di per sé una sfida: all’utilitarismo dominante, alla comunicazione convulsa e generica dei mass media, al generale appiattimento del costume e del linguaggio. Doppia sfida è scrivere poesia in dialetto, esprimere con gli strumenti linguistici di una quotidianità locale, sempre meno autentica e frequentata, lo scarto tra il referenziale e il poetico, il denotativo e il connotativo…Oggi più che mai il dialetto è un altro spazio e un altro tempo”: suo figlio Michele scrive apprezzate poesie in vernacolo.
Nel 1990, su ispirazione di Maurizio Cassetti, allora Direttore dell’Archivio di Stato di Vercelli, Varallo e Biella, nacque il “de Valle Sicida”, periodico annuale che alterna numeri monografici a miscellanee, che lei curerà personalmente, essendone l’anima critica e l’instancabile animatrice.
Nel 2009 le fu dedicato un volume miscellaneo con contributi di tutti coloro che l’apprezzavano e le erano vicini: “Valsesia Sacra. Studi per Franca Tonella Regis”, pubblicato nelle importanti edizioni della Biblioteca Francescana di Milano, coordinato dal Professor Gianpaolo Garavaglia. Il primo saggio ne delineava la biografia culturale, seguito da una bibliografia cronologica che rifletteva i suoi molteplici interessi e la vastità delle sue conoscenze. Seppe collaborare con Enti ed Istituzioni, lavorare con professori universitari, ricercatori, studenti e studiosi locali, valorizzando ogni apporto nuovo alla conoscenza. A lei si deve la riscoperta di importanti personaggi valsesiani come il Dott. Giuseppe Antonio Ferro, che fu anche Sindaco di Borgosesia, o Giambattista e Pietro Rolandi, editori e librai quaronesi a Londra. Franca progettò e partecipò a tutti i viaggi della Società Valsesiana di Cultura, contribuendo con le sue spiegazioni ad un inquadramento culturale ed artistico.
Fino al 1996 fu docente di Letteratura Italiana e Latina nei Licei, Preside del Liceo Scientifico G. Ferrari di Borgosesia dal 1980 al 1983: sostenne sempre con convinzione il rapporto tra la scuola e la società locale. Formò intere generazioni di giovani, contribuendo a far crescere coscienze critiche in grado di elaborare un pensiero autonomo.
Dal 1964 fu Direttore dell’Associazione Culturale Libra, che proponeva conferenze, dibattiti, mostre d’arte e cicli di film, concerti e lezioni di educazione musicale, organizzando anche trasferte per assistere a spettacoli teatrali, o per visitare mostre.
Il suo fu sempre un lavoro paziente, operoso, qualificante, volto alla conoscenza, tutela e valorizzazione della storia valsesiana: “Con l’aiuto di tutti, ma al servizio di nessuno” è il motto che ne descrive l’onestà intellettuale e la libertà d’azione. L’immagine che meglio la rappresenta fu scattata dal fotografo Virgilio Carnisio, che la ritrasse nel 1983, a Borgosesia, in Biblioteca: a braccia conserte, lo sguardo diretto ed empatico, in mezzo ai libri che le furono compagni per un’intera vita. Accanto alla intensa attività intellettuale e di insegnamento Franca seppe anche costruire una famiglia con il professor Giuseppe Regis Milano, ed allevare tre figli: Alberto, Michele e Agata, che le diedero molte soddisfazioni, e anche quella di diventare nonna di: Marianna, Alice, Irene, Giacomo e Tommaso, ai quali dedicò: “I soldati e la bambina”, un racconto autobiografico dell’infanzia a Pray Biellese, che racchiude un “frammento veritiero della seconda guerra mondiale, trasmesso alla scrittura”.
Grazie Franca per ciò che hai rappresentato per la Valsesia e anche per la mia crescita personale, per quel “sorriso consapevole, scherzoso o stupito, di un’infanzia intatta e persuasiva”.