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Cronaca | 07 agosto 2024, 11:19

Morto d'amianto, il Tribunale di Vercelli condanna Inail a pagare la malattia professionale

Sentenza a favore di una donna il cui marito era morto per l'esposizione all'amianto: riceverà una rendita mensile una rendita mensile di circa 1.740 euro.

Morto d'amianto, il Tribunale di Vercelli condanna Inail a pagare la malattia professionale

Il Tribunale di Vercelli ha condannato Inail al risarcimento previdenziale in favore di Rita Sempio, vedova del lavoratore casalese Vincenzo Patrucco, deceduto a 67 anni per un mesotelioma pleurico dovuto all’esposizione all’amianto durante la sua attività lavorativa. La donna, assistita dal legale Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, riceverà una rendita mensile una rendita mensile di circa 1.740 euro, oltre le maggiorazioni del Fondo Vittime Amianto, e tutti gli arretrati a partire dal giorno dopo il decesso del marito, per una cifra di circa 150mila euro (calcolo ONA) che saranno erogate anche agli eredi. A rendere nota la vicenda è l'Osservatorio nazionale amianto che sottolinea come «L’Inail continua a negare il riconoscimento del mesotelioma causato dall’ amianto e costringe i familiari dei defunti a intraprendere lunghe azioni giudiziarie – commenta Bonanni, che annuncia –: agiremo per avere dall’Inps anche le maggiorazioni contributive e la riliquidazione della pensione di reversibilità». 

Patrucco, era nato a Casale Monferrato e ha lavorato come operaio trasportatore di carico-scarico cemento-eternit nella ditta locale S.E.A. (Scavi Estrazioni Autotrasporti), presso la società Gaiero S.p.A. e presso la ditta Marco Vacca. Durante questo lungo periodo è stato esposto quotidianamente all'asbesto senza adeguati dispositivi di protezione.

«Prima dell'introduzione della Legge 257/92 il minerale - ricordano da Ona - era ampiamente utilizzato per diverse applicazioni, in particolare per rivestire tubazioni, isolare sistemi termici e acustici, nelle guarnizioni e componenti dei freni. Nell’aprile del 2016 Patrucco ha ricevuto la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall'inalazione di fibre di amianto che causa la sua morte dopo pochi mesi nel luglio dello stesso anno. Dopo il suo decesso la vedova si è vista respingere dall’Inail il riconoscimento della malattia professionale e da qui la decisione di presentare ricorso».

Fondamentale, nella sentenza emessa dalla giudice Patrizia Baici, la conclusioni contenute nella perizia del consulente tecnico d'ufficio. 

«L’Ona - ricorda la nota - offre supporto e assistenza alle vittime con un servizio gratuito sul sito https://www.osservatorioamianto.it/, e con il numero verde 800 034 294».

redaz

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