Quattrocento metri quadri di superficie, spazi interni modulabili e studiati per fare in modo che luce e colori siano di aiuto alle terapie, un'area esterna verde integrata con le urbanizzazioni circostanti. Partono la prossima settimana i lavori per la realizzazione del nuovo centro per l'autismo che la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli realizzerà sui ruderi della Cascina Reffo di via Asiago, al rione Concordia. Un progetto nato dall'alleanza tra pubblico e privato che consentirà ad Angsa Vercelli Novara di fornire nuovi e più efficienti servizi rispondendo ai crescenti bisogni delle famiglie con soggetti autistici.
Progettato dallo Studio Inglese, il nuovo centro offre tutte le dotazioni più avanzate sul fronte tecnologico: impianto fotovoltaico, coibentazione, sistemi di controllo del rumore e di ventilazione meccanica controllata per assicurare l'abbattimento di polveri e allergeni nei locali. A illustrarne gli aspetti innovativi è l'ingegner Luca Inglese, mentre al lavoro, sul campo, ci sarà l'impresa edile AlbaTetti che ha già lavorato al centro per l'Alzheimer di Villa Bertinetti: la previsione è di chiudere il cantiere in meno di un anno.
«A partire dal mio predecessore Nando Lombardi e poi con la mia presidenza, la Fondazione ha deciso di investire 4 milioni e mezzo di euro per la realizzazione di due centri terapeutici che, oltre a dare risposte ai crescenti bisogni di assistenza rappresentano, nel lungo periodo, un investimento in campo sociale. Mettendo a disposizione spazi per offrire terapie sempre più precoci, aiuteremo le persone a vivere meglio, con un risparmio anche per il settore sanitario e sociale», spiega il presidente della Fondazione, Aldo Casalini annunciando anche che Fcrv, insieme alla Fondazione di Biella, ha ottenuto 60mila euro per finanziare uno studio su micro Rna e autismo.
Frutto di una progettazione condivisa con Angsa e con l'associazione per l'Autismo "Enrico Micheli" che già gestisce il centro di Novara, l'intervento è stato reso possibile dalla messa a disposizione, da parte del Comune, dell'area del rione Concordia. «La realizzazione del centro - spiega il sindaco, Andrea Corsaro - si inserisce nel piano Concordia Verde di riqualificazione del quartiere. Con un impegnativo lavoro, gli uffici hanno reso possibile la realizzazione della struttura, rispettando tutti i vincoli archeologici cui è sottoposta l'area. Dieci anni fa avevamo assegnato ad Angsa l'appartamento "Falcone" ottenuto dal Comune grazie alla legge sulla confisca dei beni della criminalità organizzata. Oggi sappiamo che quella struttura è troppo piccola per rispondere alle mutate esigenze sociali e volentieri ci siamo messi a disposizione per realizzare questo nuovo progetto».
Un cammino ricordato anche dall'avvocato Roberto Scheda, oggi consigliere comunale, dieci anni fa assessore che, con Corsaro, lavorò al recupero dell'appartamento di corso Palestro. Ma, soprattutto, nonno fortemente impegnato nella promozione dei diritti delle persone colpite da disturbi dello spettro autistico, per le quali si è speso nella stesura della legge “Dopo di noi" che, oggi, continua a lottare per la messa in atto di tutte le disposizioni in essa inserite. «So quanto lavoro c'è dietro all'avvio di questo cantiere e ringrazio tutti coloro che si sono spesi per il nuova centro».
A tracciare un quadro dei bisogni e dei numeri, sempre in crescita, la manager Asl, Eva Colombo, e le presidenti dell'Associazione "Micheli", Francesca Debernardi, e di Angsa, Priscilla Pasino. Sono 70 i casi di persone in carico all'Asl, molti dei quali afflitti anche da altre patologie. Cinquanta la famiglie vercellesi che portano i propri figli all'Angsa Vercelli Novara. «Offrire terapie precoci e qualificate è la miglior coccola che un genitore possa ricevere dopo aver subito lo shock di una diagnosi che certifica l'autismo di un figlio», assicura Pasino. Parole toccanti, le sue, forgiate da un'esperienza di vita messa al servizio di chi percorre la medesima sua strada.
«Quando il presidente Casalini mi ha chiamato dicendo che la Fondazione avrebbe investito su questo progetto mi è sembrato un sogno - dice Debernardi -. Tra qualche giorni i mezzi saranno al lavoro nell'area e presto il nostro centro sarà realtà. Avremo la possibilità di fornire molti più servizi ai nostri ragazzi, di agevolare il loro inserimento nella società, come avviene a Novara e di sconfiggere tanti pregiudizi che ancora circondano questa patologia. E infine, aspetto non marginale, creeremo posti di lavoro impegnando educatori e personale specializzato. Una ricaduta non marginale per il nostro territorio».