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Politica | 28 novembre 2023, 07:03

BCV Acque in campo: «Vogliamo la gestione del servizio, che deve essere in mano al pubblico»

Tra due giorni Ato2 dovrà votare il piano d'Ambito, fondamentale per la scelta del gestore unico che dovrà occuparsi di acqua potabile e depurazione sui territori Vercellesi, Biellesi, Casalesi e della Valsesia.

Da sin: Leonardo Gili, ad di BCV Acque, e Fabrizio Amatelli, presidente

Da sin: Leonardo Gili, ad di BCV Acque, e Fabrizio Amatelli, presidente

«Abbiamo lavorato sempre alla ricerca di una strada che ci consentisse di garantire il servizio nel rispetto della legge e del mandato ricevuto dai 156 sindaci che rappresentano il territorio sul quale operiamo. E' chiaro però che, di fronte alle imminenti scadenze con le quali anche Ato2 (ora Egato2) deve fare i conti, noi andiamo avanti per la nostra strada, con l'obiettivo di ottenere l'affidamento in-house del servizio idrico integrato sul territorio Vercellese, Biellese, Casalese e sulla Valsesia». A due giorni dalla convocazione del Comitato esecutivo di Egato 2 che sarà chiamato ad approvare il piano d'ambito e la scelta delle modalità di gestione del servizio idrico, i vertici di BCV Acque, la società che comprende Sii, Am+, Cordar Biella e Cordar Valsesia, tornano a mettere sul tavolo la proposta per una governance pubblica del ciclo idrico. 

Nel corso di una conferenza stampa, il presidente BCV Acque, Fabrizio Amatelli, l'amministratore delegato Leonardo Gili, la vice presidente Laura Leoncini, i consiglieri Gabriele Marzinazzo, Laura Ronco, Massimo Zemide per Am+, Walter Pozzo di SII e Paolo Croso di Cordar Valsesia (alcuni in presenza, altri collegati in remoto), hanno ripercorso le complesse tappe di una vicenda dai contorni molto intricati che, ora, sta arrivando a uno snodo cruciale.

«A fine 2023 - hanno ricordato - le concessioni sono in scadenza. Il processo di aggregazione dei vari gestori, che portiamo avanti da anni, ha già dato risultati importanti: siamo partiti da 11 gestori, ora ci sono BCV e Asm, due soli. Da 15 anni la legge prevede che entro la fine del 2023 si debba giungere a un gestore unico, cosa che per noi non è stata possibile per la presenza di un player privato».

Ora la vicenda sembra essere arrivata al punto cruciale: piano d'ambito e scelta delle modalità di affidamento del servizio impongono a tutti di scoprire le proprie carte. A BCV Acque gioca d'anticipo, mettendo sul tavolo il mandato ricevuto dai 146 sindaci su 171 Comuni che compongono l'ambito. «Nessuno ha fatto passi indietro rispetto alla decisione di chiedere una gestione in-house del servizio. Questo è il mandato che abbiamo ricevuto e su questo di muoviamo con Ato2», dicono.

Le opzioni, una volta definito il piano d'ambito sono tre: affidamento in-house, gestione mista pubblico privato e gara europea. «In caso di affidamento in-house saremo noi a dover liquidare il gestore privato per acquisire tutto il territorio, Vercelli e comuni Asm compresi - spiegano -. L'affidamento misto, invece, prevede un socio privato al 30%, al quale viene però demandata la governance dell'intero sistema».

Al momento, secondo i vertici di BCV Acque, nessuna Ato piemontese ha bandito una gara a evidenza europea e nessuna ha adottato una gestione mista. A margine resta anche un'altra opzione: che Ato2 conceda una proroga, mantenendo lo status quo, per favorire una nuova fase di trattative tra pubblico e privato. Ma quest'ipotesi sembra remota e BVC Acque vuole chiarire che la strada maestra è quella della gestione in-house. E, sul fronte delle somme che in questo caso dovrebbero essere liquidate ad Asm - si parla di almeno 40 milioni di euro - il CdA precisa: «Quando avremo l'affidamento del servizio spiegheremo il piano industriale».

Quello che invece BCV Acque mette da subito sul tavolo è l'ampio mandato ottenuto in tal senso dai territori: «E ci aspettiamo che anche i rappresentanti in seno ad Ato2 facciamo lo stesso, altrimenti dovranno assumersene la responsabilità di fronte a sindaci, assessori e consiglieri comunali».

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