Dalla stretta collaborazione tra archeologi e antropologi nascono progetti multidisciplinari in grado di ricostruire la storia delle popolazioni del passato. Indagini che mettono in luce aspetti bioantropologici come lo stato di salute, la dieta e lo stress occupazionale, fornendo preziose informazioni sullo stile di vita degli antichi abitanti.
Così è stato anche per il progetto triennale dei ricercatori dell’Università dell’Insubria che, insieme alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, al Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università del Piemonte Orientale e all'Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto di Vercelli hanno avviato uno studio bioarcheologico nel Cimitero di Santa Maria Maggiore di Vercelli.
Di particolare rilievo sono i contenuti prodotti nell’ambito dei progetti finanziati da Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, erogazioni ordinarie 2021 e 2022, capitolo “Ricerca e Istruzione”. Le indagini archeologiche e antropologiche finanziate hanno di fatto permesso di ottenere risultati importanti nell’ambito della ricerca bioarcheologica del territorio di Vercelli. È stato possibile, per esempio, diagnosticare alcune patologie sia comunemente diffuse sia rare e documentare la presenza di alcune procedure autoptiche del passato dai tagli individuati su diversi reperti ossei. All’interno dei progetti sono state esaminate delle mummie tramite Tac.
Venerdì 17 novembre, nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile di Vercelli, i risultati di questi studi verranno presentato nel corso del convegno “Nuove scoperte bioarcheologiche dal cimitero di Santa Maria Maggiore a Vercelli”.
L'avvio delle attività è previsto per le 16,30 e sarà preceduto dai saluti istituzionali delle autorità. Gli argomenti spazieranno dagli studi storico-archeologici del contesto alle analisi antropologiche dei reperti osteoarcheologici.
Alla giornata prenderanno parte monsignore Stefano Bedello, il presidente della Provincia Davide Gilardino, l’architetto Daniele De Luca dell'Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto di Vercelli, la dottoressa Francesca Garanzini, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, la professoressa Eleonora Destefanis, docente di Archeologia Cristiana e Medievale al Dipartimento di Studi umanistici dell'Università del Piemonte Orientale, gli antropologi del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell'Università degli Studi dell'Insubria con Marta Licata, responsabile scientifico del progetto, Roberta Fusco, assegnista di ricerca, e Arianna Vanni, borsista di ricerca e gli studenti dei due atenei coinvolti.
La partecipazione è gratuita e aperta al pubblico, agli appassionati, agli interessati e agli studenti. Si prega di prenotare inviando un'e-mail a info@bioarcheo.it