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Arte e Cultura | 08 novembre 2023, 13:02

Un libro che è la storia di una fuga (e che fu un caso editoriale in Ucraina)

“L'ultimo treno da Kiev”, di Stefania Nardini, Les Flâneurs edizioni, in libreria dal 17 novembre.

Stefania Nardini e la copertina del suo nuovo libro

Stefania Nardini e la copertina del suo nuovo libro

Non conoscevo la libertà. Il grande Muro era crollato e tutto era cambiato. Il nuovo stava cedendo il passo alla notte dei fantasmi. Una notte lunga. Che nessuno immaginava. Il Muro era crollato. Come era crollato qualcosa in me. Era crollata la mia storia con Nicolaj. Il padre di mia figlia. Stava crollando questo paese incapace di restituire speranza. La libertà. L’avevo immaginata come un vento di primavera. Invece era inafferrabile. Difficile da identificare. Volevo sperare. Ma non sapevo come. Intorno a me immagini disperate. Disarmanti. Non avevamo perso né gloria né ricchezza. Avevamo perso il futuro. Che libertà è se non si può sognare?

 

È l'incipit del nuovo romanzo di Stefania Mardini, “L'ultimo treno da Kiev”, Les Flâneurs edizioni, in libreria (15 euro, 156 pagine) dal 17 novembre.

È la storia di una donna (di tante donne in fuga, prima dalla fame, poi da una guerra) di nome Irina.

E' una “badante” ucraina ex professoressa di Lettere. Una tra le migliaia di donne costrette a emigrare per sopravvivere alla fame. Siamo negli anni di Kučma, tra il 1992 e il 2005, prima della “rivoluzione arancione” e il suo paese è allo sbando: quasi nessuno percepisce uno stipendio. La corruzione dilaga a tutti i livelli. Madre di una figlia a cui vorrebbe donare un futuro diverso, per procurarsi un passaporto e un viaggio in Italia, dovrà passare attraverso un perverso sistema in cui a farla da padrone sono le mafie. Le hanno promesso un lavoro da domestica. Ma non ha scelta. È il prezzo da pagare dopo il crollo del Muro di Berlino, quando l’Ucraina del post comunismo diviene una “terra di nessuno” e un Eldorado per il capitalismo selvaggio.

Irina arriverà da clandestina, in un’Italia dove quelle come lei sono un supporto indispensabile per molte famiglie. Sarà l’inizio di un viaggio anche dentro sé stessa. E l’incontro con Rosa, giornalista femminista e sua datrice di lavoro, la metterà di fronte a un mondo sconosciuto che la storia le ha omesso.

Il romanzo è frutto di un viaggio di Stefania Nardini in Ucraina in pieno inverno, quando il freddo sferra un duro colpo a chi vive nella precarietà di una vita sospesa.

Il romanzo, pubblicato nel 2001 dall’editore Tullio Pironti con il titolo “Matrioska”, è frutto di un viaggio dell’autrice in Ucraina in pieno inverno, quando il freddo sferra un duro colpo a chi vive nella precarietà di una vita sospesa. Un viaggio nato da interrogativi che sembravano non avere risposte per una scarsa attenzione mediatica sulla situazione di questo paese.

Stefania Nardini partì all’epoca grazie all’aiuto di un’associazione umanitaria che la mise in contatto con Andrej, Nicolaj, Victoria, gli amici che le diedero una mano a capire dal di dentro cosa stava accadendo. Oltre all’incontro con Oksana Zabužko, autrice ucraina che per prima ebbe il coraggio di scrivere sulla condizione femminile dopo il crollo del Muro di Berlino.

Non era un momento facile. “Reporter senza frontiere” aveva denunciato la scomparsa di numerosi giornalisti che avevano osato raccontare quella verità. Uno fu addirittura decapitato. Il romanzo infatti venne tradotto in lingua ucraina da Andrej e Victoria, circolò clandestinamente suscitando l’attenzione dei giornali di opposizione con diversi articoli. Qualcuno pensò fosse firmato con uno pseudonimo e che l’autrice fosse una donna ucraina. La pubblicazione italiana riscosse un discreto interesse. Successivamente, all’indomani della “rivoluzione arancione”, il testo venne pubblicato con una nuova traduzione curata da Oleksandra Rekut, sulla rivista VSESVIT. E fu il primo libro di un autore italiano proposto in lingua ucraina.

A distanza di tempo, con gli eventi che hanno travolto violentemente il paese, l’idea di riproporre la storia di Irina è stata accolta dall’editore Les Flâneurs con entusiasmo.

Nasce così questa nuova edizione. La storia di una donna, di tante donne in fuga, prima dalla fame, poi da una guerra.

rb

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