Una famiglia divenuta “ostaggio” della propria casa. Perché, subito fuori, c'era il rischio di incontrare quel vicino, che a loro faceva paura. Scontroso, dispettoso, verbalmente aggressivo e spesso preda di atteggiamenti violenti. Un “vicino da incubo” che, ora, rischia una condanna a un anno e 4 mesi per stalking. Parte civile nel processo che si sta celebrando davanti alla giudice Angelica Cardi è una coppia di origine straniera, residente in un centro della bassa vercellese. Dal vicino avrebbero subito aggressioni verbali, commenti razzisti e sessisti, ma anche lancio di oggetti, minacce e il danneggiamento di parte dell'area verde “bruciata” con il diserbante. Atteggiamenti che, a un certo punto, hanno indotto la coppia a temere per l'incolumità propria, del figlio e degli animali domestici. Per paura di incrociare quel vicino cercavano di non uscire di casa se non per lo stretto necessario, di tenere le imposte chiuse e di evitare qualsivoglia contatto con l'uomo che non si faceva remore a essere offensivo e minaccioso anche alla presenza del ragazzino.
Quando alla fine la coppia si è rivolta alle forze dell'ordine, producendo anche video girati con il telefonino, nei confronti del vicino è arrivata una misura di divieto di avvicinamento. Poi il processo, nel corso del quale l'accusa ha chiesto la condanna dell'uomo.
«Lanciava tegole, ha bruciato l'erba dei vicini, profferiva insulti e commenti razzisti e sessisti verso la coppia, anche davanti al figlio – ha detto la legale della coppia durante la discussione – I miei clienti vivevano in uno stato di paura e ansia per sé, per il figlio e il cane e hanno dovuto seguire un percorso psicologico per superare la situazione».
Diversa la lettura dei fatti data dall'avvocato dell'imputato che, prima della discussione, ha reso spontanee dichiarazioni spiegando di aver capito la situazione e di voler intrattenere, per il futuro, rapporti più civili con i vicini. «Il mio cliente si sentiva vittima di torti ai quali reagiva con un atteggiamento sicuramente esagerato ma non finalizzato a voler il male dei vicini. E' vero: non era simpatico, era volgare nelle espressioni utilizzate ma lo faceva come reazione di difesa». Per questo il legale ha chiesto che il reato, da stalking, venga riqualificato in molestie e che, al suo cliente, vengano concesse le attenuanti e il minimo della pena. Nelle prossime settimane la sentenza.