«Se per alcuni Italiani il privilegio dell'istruzione è dato per scontato, per noi studenti internazionali non lo è. Molti Paesi hanno dovuto misurarsi con la distruzione, la corruzione e la mancanza di risorse finanziarie e tecniche per l’istruzione. Dal 2019 mi sono posta l’obiettivo di concludere gli studi universitari con una laurea specialistica, ma, nonostante fossi una delle prime dieci studentesse della mia università, ho ricevuto tantissimi rifiuti perché ero nata in un paese colpito dalla guerra. UPO mi ha fornito un’incredibile opportunità di andare avanti: l’occasione è arrivata nel 2021, quando ho ricevuto la prestigiosa borsa di studio del governo italiano e mi sono assicurata l’ammissione all’Università del Piemonte Orientale. Quei giorni sono impressi nella mia memoria. Ero piena di gioia travolgente: il mio sogno stava diventando realtà…».
Il sogno di Serine Abd Albare, studentessa siriana, si è concretizzato a luglio, quando si è laureata in Medical biotechnologies e ha tenuto un breve discorso di fronte ai presenti. Ha così raccontato la storia toccante di chi, a costo di enormi sacrifici, ha voluto conseguire la laurea specialistica. La sua narrazione è stata un bel regalo per UPO che, il 31 luglio, ha festeggiato il suo 25° compleanno. Tante altre studentesse e studenti del nostro Ateneo, più fortunati, perché non hanno dovuto misurarsi con la guerra, hanno fatto altrettanti sforzi per raggiungere il meritato titolo di studio.
L’Università del Piemonte Orientale è stata istituita nel 1998, scorporando strutture, beni mobili e immobili, dotazioni, personale, studenti, rapporti giuridici dall’Università di Torino secondo il modello del decentramento che si era formato negli anni '80-'90. Come ha ricordato il consigliere del Quirinale Gianfranco Astori in un recentissimo articolo, fu molto coraggiosa l’idea di dare vita a una Università tripolare autonoma nelle tre città in cui avevano già sede le strutture distaccate dell’Università di Torino.
UPO è diventata un esperimento di successo senza precedenti, con risultati lusinghieri. C’è stata infatti un’adesione immediata e convinta delle comunità locali; negli anni UPO è diventata poi un'eccellenza nel campo della ricerca scientifica e, soprattutto, ha inciso sulla base economica locale in termini di occupazione aggiuntiva e di investimenti. Il numero degli iscritti (7.539 nell’anno accademico 1998-99, 16.727 nel 2022-2023: più che raddoppiati) è dovuto alla maggiore fiducia che la popolazione del territorio del Piemonte orientale ha sviluppato negli anni, nonostante la presenza di altri atenei fortemente competitivi in Piemonte, Lombardia e Liguria.
L’Ateneo ha svolto un significativo ruolo di ascensore sociale, dando la possibilità di conseguire la laurea a più di 45mila studentesse e studenti, dei quali il 76% tuttora proviene da famiglie che non annoverano laureati al loro interno. La pura espansione numerica non è l’unico elemento di interesse nel processo di crescita. Osservando la provenienza geografica degli immatricolati 2001-2023, si è registrato un forte cambiamento da Ateneo, dapprima rivolto quasi esclusivamente al territorio del Piemonte orientale, ad Ateneo sempre più capace di attrarre studenti provenienti da altre regioni d’Italia e da Paesi stranieri (questi ultimi oggi rappresentano il 9,7% degli iscritti). I motivi dello spostamento variano dalla percezione di una maggiore qualità dell’offerta didattica alla maggiore disponibilità di misure per il diritto allo studio e soprattutto alle migliori condizioni di lavoro cui si potrà accedere successivamente alla laurea. Secondo gli ultimi dati del Consorzio AlmaLaurea, il tasso di occupazione dei laureati di primo livello è dell’83,8% a fronte di una media nazionale del 75,4%; la retribuzione media è di 1.525 Euro, rispetto alla media nazionale di 1.332 Euro; ancora più alti sono i valori dei laureati magistrali (il 90,9% lavora con una retribuzione media di 1.669 euro).
Il Piano strategico 2019-2024 ha contribuito a una nuova fase di sviluppo, caratterizzata da alcune linee di indirizzo che hanno profondamente migliorato il nostro Ateneo: la centralità della studentessa e dello studente, cui dedicare più servizi, più diritto allo studio, e un’attenzione particolare alla tutela di coloro che provengono da famiglie a basso reddito; la contaminazione delle idee, per avviare progetti di eccellenza e costruire inter- e trans-disciplinarità, le vere sfide della ricerca e delle professioni del futuro; lo sviluppo di nuove tipologie di didattica sperimentale e innovativa e la convinta adesione ai temi dell’inclusione e della sostenibilità. I cambiamenti sono stati cospicui e impattanti e hanno reso necessaria una revisione profonda dell’assetto organizzativo, che si è appena conclusa.
Le linee di indirizzo del piano Strategico che andrà a compiersi alla fine del 2024 sono state accompagnate anche da importanti investimenti, oltre 90 milioni di Euro, indirizzati alla realizzazione, in tutte e tre le città, di importanti opere come il Campus ad Alessandria, la costruzione dei laboratori del Dipartimento per lo sviluppo sostenibile e le transizione ecologica, la mensa e le sale studio a Vercelli, la realizzazione di uno studentato nell’ex centro Sociale e la Città della Salute e della Scienza a Novara. Senza dimenticare l’acquisizione e la trasformazione della meravigliosa Villa San Remigio, a Verbania, che diventerà un luogo di alta formazione e centro di studi sul turismo.
Dunque 25 anni ben spesi, che preludono a un altro quarto di secolo di successi per un piccolo Ateneo che è diventato davvero grande!