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Politica | 24 giugno 2023, 06:03

Tiramani: «Mi davano del c...one, ma il mio attivismo ha sempre dato fastidio»

Inchiesta di Forlì: l'ex parlamentare nel mirino di due degli arrestati per una protesta contro i tempi lunghi di sdoganamento delle mascherine nel corso dell'emergenza covid. «Ora mi spiego un certo isolamento...»

Tiramani: «Mi davano del c...one, ma il mio attivismo ha sempre dato fastidio»

Protestava, anche pubblicamente, per i tempi lunghi di sdoganamento delle mascherine che, in quel momento, erano merce rara persino per gli ospedali. E, nel mirino, aveva messo l'allora direttore dell'Agenzia dei Monopoli. Ma non sapeva che, all'interno del suo stesso partito, le sue proteste erano tutt'altro che gradite e, anzi, gli attiravano critiche feroci ed epiteti poco lusinghieri.

C'è un filo che porta in Piemonte, nello scandalo venuto alla luce dall'inchiesta di Forlì che ha portato all'arresto dell'ex deputato leghista Gianluca Pini e dell'ex direttore dell'Agenzia delle Dogane, Marcello Minenna. Il filo è quello delle mascherine e di una protesta che l'allora parlamentare leghista e sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, aveva espresso pubblicamente per l'impossibilità di avere in tempi rapidi i dispositivi di protezione, bloccati dalle pratiche di sdoganamento.

«Nel 2021 - ha dichiarato Tiramani ad AdnKronos - in qualità di sindaco di Borgosesia cercai in tutti i modi di avere quanto prima le mascherine di protezione per i miei cittadini, trovando l'opposizione dell'agenzia diretta da Minenna, che creava problemi sullo sdoganamento di quelle che ero riuscito ad ottenere. Oggi leggo che le persone arrestate, parlavano di me in alcune intercettazioni definendomi un 'coglione' solo perché mi interessava il bene dei miei cittadini. Una cosa è certa: il mio attivismo non è mai stato gradito ma visto come fonte di problemi».

La vicenda viene citata nelle carte della magistratura come esempio delle interferenze volte a reprimere il dissenso che i due arrestati avrebbero messo in atto all'interno di un più vasto sistema corruttivo. A Minenna, Pini assicura il proprio impegno per una “lavata di testa" al parlamentare leghista. Tuttavia, l'ex parlamentare non avrebbe telefonato a Tiramani, forse millantando di poter far intervenire altri politici. Un episodio, però, che porta Tiramani a guardare sotto una luce diversa anche quanto avvenuto negli ultimi mesi: la mancata ricandidatura alla Camera, la rimozione da commissario provinciale del partito e la successiva espulsione dalla Lega. 

«Il fatto che io non sia stato ricandidato alla Camera, non mi pare più un caso, capisco ora la mia emarginazione politica...», conclude Tiramani, oggi privato cittadino, imprenditore e, da qualche giorno, co-fondatore del movimento denominato "Piemonte al centro" che si propone come piattaforma per la creazione di liste civiche a Novara, Vercelli e Valsesia con un sguardo anche all'ambito regionale.

«Il primo incontro pubblico - annuncia - sarà a settembre. E' ora di rialzare la testa. Da troppo tempo il nostro territorio subisce l'influenza di chi ci usa come serbatoio elettorale».

redaz

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