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Arte e Cultura | 02 gennaio 2021, 15:10

"Il forse": libro di Valerio Calzolaio che invita a riflettere sulla pandemia

Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano. Perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito». La frase è di Giacomo Leopardi. Forse.

"Il forse": libro di Valerio Calzolaio che invita a riflettere sulla pandemia

Il forse” di Valerio Calzolaio è un libro scritto sulla pandemia. O forse è meglio dire che invita a riflettere sulla pandemia. «Un libro – scrive Pietro Greco nella prefazione – che ci aiuta a uscire dagli schemi». Perché la parola “forse” è legata e collegata alla ricerca scientifica: quella vera, infatti, si interroga. Sempre.

Ed è abbinata, la parola forse, a quattro elementi: cultura, curiosità, ironia e gentilezza. 

Dalla (bella) prefazione di Greco:

Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano. Perché apre delle possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l'infinito». La frase è di Giacomo Leopardi. Forse.

Sebbene l'espressione sia attribuita al poeta di Recanati non ve n'è traccia nei suoi testi. O almeno, ci dice Valerio che è nato a un tiro di schioppo da Recanati, io non l'ho trovata. Forse, dunque, la frase è un'invenzione – ma sarebbe meglio dire un'intuizione – di Leopardi. O forse no.

È un po' questa la cifra di Valerio Calzolaio, coltivare il dubbio. Sempre argomentare con lucidità, lasciando almeno uno spiraglio al forse «perché apre delle possibilità, non certezze».

 

E ancora:

La vita sul pianeta Terra è una rete di esseri migranti: virus, batteri, funghi, piante, animali. Tutti, chi freneticamente chi più lentamente, migrano. Compresi quegli animali del genere Homo che dicono di sé di essere sapiens. Sono questi spostamenti che nel tempo e nello spazio tessono le trame nella vita. Non ci sarebbe lei, la vita, senza queste continue migrazioni. Forse.

 

 

Valerio Calzolaio, Recanati 1956, vive a Macerata. Ha due figli. Professore a contratto di Diritto costituzionale all'università di Macerata (1990-1992), impegnato politicamente (Ds poi Sel) è stato deputato e sottosegretario all'ambiente (1996-2001).

Da tempo pubblica recensioni, in particolare gialli e noir.

Nell'ultimo decennio ha pubblicato saggi di storia politica sul Novecento e di divulgazione scientifica sulle migrazioni: “Ecoprofughi” (Nda Press, 2010); con Carlo Latini “Da Moro a Berlinguer”; “Il Pdup dal 1978 al 1984” (Ediesse, 2014); con Telmo Pievani “Libertà di migrare” (Einaudi, 2016); “Migrazioni. La rivoluzione dei global compact” (Doppiavoce, 2019); “La specie meticcia. Introduzione multidisciplinare a una teoria scientifica del migrare” (People, 2019).

 

Il forse”, Valerio Calzolaio, Ventura edizoni. (pag. 208; 12, euro).

rb

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