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Attualità | 01 maggio 2020, 10:05

Sanità, la protesta dei lavoratori: "Altro che eroi..."

Niente flash mob, ma un presidio per spiegare le motivazioni dello stato di agitazione e le preoccupazioni per la Fase 2: "La Regione e le Asl devono essere chiare sulle strutture Covid e no Covid"

Sanità, la protesta dei lavoratori: "Altro che eroi..."

Il flash mob non c'è stato perché le Questure non hanno autorizzato la manifestazione, ma le Rsu ospedaliere di Cgil e Uil hanno comunque organizzato un momento di incontro, a Vercelli come in tutto il Piemonte, per illustrare le motivazioni che hanno portato alla proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori della sanità piemontesi.

"Eravamo invisibili, ora siamo eroi. Basta ipocrisie, siamo lavoratori" è il cartello che campeggia sulla facciata dell'ospedale di Vercelli mentre Mariella La Terra (Rsu Cgil) e Pier Paolo Balocco (Uil) spiegano, alla presenza dei rispettivi segretari di categoria e al segretario della Camera del Lavoro, Valter Bossoni, i motivi della protesta.

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Ci sono la questione dei tamponi fatti con il contagocce, i 100 euro di bonus che molti lavoratori non hanno nemmeno visto in busta paga e la preoccupazione per l'avvio della Fase 2. "La sanità piemontese è stata colta alla sprovvista dall'avvio dell'emergenza - spiegano i sindacalisti - e adesso rischia di non essere pronta neanche per la ritorno alla normalità. Basta con la retorica degli eroi: siamo lavoratori che devono essere messi in condizione di operare in sicurezza".

I sindacati rilevano come ancora ci siano problemi con i dispositivi di protezione individuale e come anche la differenziazione dei percorsi tra aree Covid e no Covid sia tutt'altro che scontata. "Chiediamo che ci sia una concertazione tra tutte le strutture della sanità per individuare chiaramente percorsi Covid e no Covid. Non mettiamo vincoli di pubblico o privato, ma vogliamo che le strutture vengano differenziate dalla Regione. Per la sicurezza dei malati e del personale", è la conclusione di La Terra.

redaz

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