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Attualità | 27 aprile 2020, 09:32

"Fase 2: dimenticati i mercati e il mondo del commercio ambulante"

Locarni: "Migliaia di imprese rischiano il baratro economico"

"Fase 2: dimenticati i mercati e il mondo del commercio ambulante"

Riceviamo e pubblichiamo.

Sono passate le 23.00 ho copia delle settanta pagine comprensive degli allegati dell’ultimo DPCM, leggo e rileggo ma non comprendo il tutto, in quanto vi sono parti che lasciano spazi  incomprensibili alla natura di chi come il sottoscritto esercita nel mondo del commercio da oltre trent’anni. 

Aperture dilazionate  in uno spazio temporale troppo esteso, mi pervade un senso di confusione, sbalordimento , che finisce per sfociare nella delusione più totale. Arriva il punto il classico, scusate la nuda e cruda metafora, colpo di pistola fine esecuzione dato dall’ufficiale, mercati chiuso. Non intendo quello finanziario ma quello più semplice che arriva dalle nostre tradizioni centenarie, quello che ravviva da sempre i nostri centri storici, quello che è composto in tutta Italia da circa 185.000 imprese pari al 22% del comparto commerciale italiano, di cui solo circa il 20% vende prodotti alimentari e quindi può ancora esercitare. Il restante 80% non ha traccia all’interno del decreto neppure uno spazio temporale lontano per la riapertura. Parliamo di 150/160mila imprese per lo più a conduzione familiare e che basano il sostentamento familiare su tale impresa, neppure considerate. Imprese che come le altre versano legittimamente i loro contributi e i vari adempimenti fiscali nemmeno menzionati.

Sarebbe grave se fossero anche solo poche decine ma qui parliamo del futuro di almeno mezzo milione di persone, facendo calcoli al ribasso, eppure nemmeno un accenno. Non c’è metà maggio e neppure inizio giugno di competenza, sarà nelle responsabilità “dell’ultima ruota del carro” legislativa, dover farsi carico di tale risoluzione, con annesse responsabilità legali, sanitarie ed economiche per la possibile ripartenza di un comparto  dimenticato.

Siamo alle soglie di uno scaricabarile doppiamente pericoloso che porta al baratro del default economico tali imprese e sulla sottile linea del precipizio legale amministrativo l’ente locale. Quest’ultimo da sempre collegamento fondamentale tra le decisioni dello stato centrale e i cittadini ma in questo delicato fattore commerciale, che vede i cosiddetti ambulanti abbandonati a se stessi, un ruolo di enorme responsabilità che dovrà essere gestito non nella solitudine amministrativa ma in concertazione con gli enti superiori.

Una riflessione, la mia, non solo da rappresentante delle istituzioni locali ma da chi ha visto e vede tuttora in prima persona tale comparto economico.

Gian Carlo Locarni

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