Un'arringa durata circa un'ora per qualificare il reato, affermarne la gravità e poi vagliare una a una le posizioni degli imputati e le testimonianze ascoltate in aula. Alla fine, secondo il pubblico ministero Davide Pretti, solo otto dei 14 imputati al processo per le firme false raccolte in occasione delle Provinciali 2011 sono da condannare.
Si tratta di Camillo Bordonaro (condanna richiesta: 2 anni), Guglielmo La Mantia (1 e 9 mesi), Maura Forte (1 e 6 mesi), Antonio Prencipe (1 anno), Armando Apice (11 mesi), Massimo Materi (9 mesi), Emanuele Pozzolo (9 mesi), Filippo Ristagno (8 mesi).
Le loro posizioni variano molto: a Bordonaro vengono contestate 38 firme irregolari, a La Mantia 12 ("Ha falsificato le firme di mezza caserma dei carabinieri di Vercelli" ha detto Pretti nel suo intervento); 9 a Maura Forte, 5 a Prencipe, 4 ad Apice, 2 a Materi e Pozzolo e infine una a Ristagno.
Richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di Giovanni Corgnati, Piero Santhià, Pier Giorgio Comella, Gino Corradini, Valentino Guglielmino e Alessandro Demichelis: al termine del dibattimento, il pubblico ministero ha dunque ribadito quelle che erano già state le sue richieste di proscioglimento formulate davanti al gip.
Sara Franchino, avvocato di parte civile, ha chiesto la condanna anche per Santhià, Corradini, Demichelis e Corgnati, proponento un risarcimento danni di 110mila euro a favore della Provincia (10mila per ogni lista in cu siano comparse firme false), di 37.952 euro a favore del Comune di Vercelli (un euro simbolico per ogni elettore iscritto nelle liste per le provinciali del 2011) e un risarcimento variabile tra i 1300 e i 2500 euro a favoe dei cittadini elettori e candidati di liste che si sono costiuti parte civile nella causa. Cifre che la parte civile chiede vengano pagate dagli imputati eventualmente condannati sulla base della percentuale di firme false addebitate a ciascuno di loro.
Richiesta di assoluzione presentata dai primi difensori che hanno svolto le proprie arringhe. A prendere la parola sono stati gli avvocati Berra (difesa Comella), Delmastro (difesa Guglielmino) e Scheda (per Corgnati) che hanno concordato con le conclusioni assolutorie del pubblico ministero, aggiungendo ciascuno argomentazioni differenti a sostegno dell'innocenza dei propri assistiti. L'avvocato Fiorenzi (per Ristagno), ha chiesto l'assoluzione precisando che: “Il fatto che il mio cliente, che ha una sola firma contestata, abbia dichiarato di aver commesso una leggerezza, non equivale a un'ammissione di colpevolezza".
Richiesta di assoluzione anche da parte dell'avvocato Roberto Rossi, per la difesa di Emanuele Pozzolo che, al termine dell'istruttoria, si trova a dover rispondere di due constestazioni. Secondo il legale non è emersa, nel corso del dibattimento, la prova inconfutabile di un comportamento illegale del suo cliente.
Rinviate all'udienza di settembre le arringhe degli altri legali che tutelano i politici per i quali sono state chieste le condanne più pesanti.
In apertura di udienza il sindaco Maura Forte e l'ex vicesindaco di Gattinara, Valentino Guglielmino, avevano reso spontanee dichiarazioni, ribadendo la propria buona fede e la correttezza delle procedure messe in atto nel corso della campagna elettorale. Un intervento che, nel caso del primo cittadino di Vercelli, non è però servito a modificare la richiesta di condanna presentata dalla pubblica accusa.














