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Cronaca | 23 giugno 2016, 22:42

Maltrattamenti sui minori: a processo i responsabili della Domus Alba

I RAGAZZI CHE ALL'EPOCA DEI FATTI ERANO OSPITATI NELLA COMUNITA' DI ALICE CASTELLO SI SONO COSTITUITI PARTE CIVILE AL PROCESSO CHE SI E' APERTO A VERCELLI

Maltrattamenti sui minori: a processo i responsabili della Domus Alba

I ragazzi che nel febbraio 2014 erano ospiti della comunità Domus Alba di Alice Castello si sono costituiti parte civile contro i cinque responsabili del centro accusati di maltrattamenti nei loro confronti.

Le costituzioni sono arrivate, tramite i legali nominati dai tutori dei giovani, nel corso della prima udienza del processo che si celebra a Vercelli contro il coordinatore della comunità terapeutica responsabile dell’area nord Italia, il direttore sanitario della comunità, l’educatore professionale coordinatore della struttura e altri due educatori impiegati alla Domus Alba.

Secondo l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Serafina Aceto, che aveva condotto le indagini con la Questura di Vercelli e i Nas di Torino, all’interno della comunità terapeutica per minori Domus Alba di Alice Castello, struttura gestita dalla Sereni Orizzonti di Udine - la stessa cooperativa finita nella bufera per i maltrattamenti sui disabili alla Consolata di Borgo d'Ale -, si sarebbero consumati episodi di violenza nei confronti dei minori, ragazzi tra gli 11 e i 17 anni, con una vita difficile e provenienti da famiglie che avevano alle spalle situazioni assai complesse.

Per quei ragazzi, la Comunità che avrebbe dovuto costituire un nido protetto, in cui recuperare serenità ed equilibrio, si era invece trasformata in un posto da incubo. Botte, punizioni corporali, schiaffi e locali in condizioni strutturali e igieniche precarie, tanto che, poco prima che l'avvio dell'inchiesta portasse alla sua chiusura, la Domus Alba si era vista sospendere dall'Asl l'autorizzazione al funzionamento. ''Mi hanno picchiato con una cintura, sulla schiena. Lo facevano spesso", aveva raccontato a un'insegnante uno dei giovani, facendo così scattare la segnalazione alla Questura e poi l'indagine. La cooperativa friulana, come anche nel caso della Consolata, aveva licenziato, per autotutela, gli operatori finiti sotto inchiesta.

Le loro testimonianze, relative a fatti avvenuti nei primi mesi del 2014 e raccolte nel corso si audizioni protette, saranno acquisite dai giudici Antonio Marozzo (presidente), Eleonora Calevi e Arianna Pisano, chiamati a valutare questa brutta storia.

redaz

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