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Cronaca | 04 maggio 2016, 11:53

Falso made in Italy: la Finanza sequestra 100.000 capi d'abbigliamento

REALIZZATI A PRATO NEI LABORATORI CINESI, ERANO STAI IMMESSI SUL MERCATO PIEMONTESE SPACCIANDOLI PER PRODOTTI DI SETA, CACHEMIRE E PURA LANA VERGINE. INVECE ERANO FATTI DI FIBRE SINTETICHE

Falso made in Italy: la Finanza sequestra 100.000 capi d'abbigliamento

Frode milionaria nel settore dell'abbigliamento e delle fibre di qualità. A portarla alla luce le Fiamme Gialle di Torino, partendo da un sequestro effettuato in un negozio di via Garibaldi.

Dalle analisi di laboratorio effettuate da personale del Laboratorio BuzziLab di Prato sui capi sequestrati,è emerso che questi ultimi, anziché essere composti da filati pregiati, erano confezionati, prevalentemente, con acrilico e polyammide. I Finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, sono quindi risaliti, esaminando la contabilità, ai fornitori del commerciante dei capi sequestrati, individuandoli presso l’area “Città Commerciale”.di Settimo Torinese.

Ed è proprio in alcune imprese site all’interno del centro commerciale, gestite da imprenditori cinesi, tutti grossisti nel settore dell’abbigliamento, che sono stati rinvenuti decine di migliaia di capi d’abbigliamento con indicazioni merceologiche false sia in merito alla provenienza che alla composizione dei singoli prodotti. Le ulteriori indagini, che tra l’altrohanno portato gli inquirenti ad effettuare controlli in due importanti aziende del settore di Roma e Milano, hanno consentito di ricostruire l’intera filiera del falso, con basi logistiche nel comune di Prato, con tanto di roccatrici e filatrici industriali, in cui venivano realizzati i falsi capi in cachemire, mohair, pura lana vergine e seta.

L’epilogo in queste ore, con oltre 150 militari impiegati, supportati anche da un elicottero del Corpo, nelle perquisizioni di 20 aziende operanti nel settoredell’import-export e della produzione di capi d’abbigliamento e nel sequestro di migliaia di capi d’abbigliamento pronti per essere immessi in commercio. Complessivamente, l’operazione ha consentito di denunciare 30 responsabili per il reato di frode in commercio con il contestuale sequestro di oltre 100.000 capi d’abbigliamento, 120.000 etichette mendaci e numerosi macchinari industriali utilizzati per la frode.

I capi d’abbigliamento, grazie ai provvedimenti che emetterà l’Autorità Giudiziaria, non saranno distrutti ma destinati a enti caritatevoli per le esigenze di numerose famiglie indigenti.

redaz

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