Poteva anche essere derubricata a protesta locale di una comunità che si sente in qualche misura tagliata fuori dalle decisioni assunte a livelli superiori, ma lo striscione e il relativo comunicato emesso dal Comune di Varallo a dieci anni dalla sospensione della linea ferroviaria rischiano invece di diventare un caso politico.
A firmare una nota, che mette sotto accusa la Regione per non aver riaperto la linea, è anche il vicesidnaco, Eraldo Botta, leghista di lungo corso, ex presidente della Provincia e candidato nella file del Carroccio (sempre in posizione non eleggibile) prima alle Politiche e poi alle Europee.
«Sono purtroppo passati 10 anni (15 settembre 2014 - 15 settembre 2024) dalla sospensione della linea ferroviaria Novara - Varallo, servizio di trasporto vitale per garantire stabilità e crescita alla nostra Comunità valsesiana, in tanti campi come il lavoro, la scuola, la salute, il turismo ecc. - si legge nella nota -. Purtroppo la Regione Piemonte, a cui sono stati presentati vari progetti di riapertura della linea (perfettamente funzionante grazie ai treni storici) con oneri minimi per il bilancio regionale, sembra aver dimenticato (dimenticanza grave visto che si protrae da 10 anni) che essere vicini alle persone che vivono nelle aree interne e più disagiate per motivi territoriali come la nostra Valsesia - la montagna gode di tutela costituzionale ai sensi dell'art. 44! - si dimostra nei fatti e non a parole. Abbiamo appeso alla stazione uno striscione e ci auguriamo che lo facciano anche gli altri Sindaci dei Comuni della linea, firmatari di più appelli fino all'ultimo presentato nel maggio scorso: Regione Piemonte, dove sei?».
E sebbene nel 2014 la Regione fosse a guida centro sinistra, dal 2019 sono state amministrazioni di centro destra, a reggere le sorti regionali. Con la Lega protagonista. Insomma: Botta protesta contro i suoi stessi alleati. Anzi, contro il suo stesso partito. Chissà se la sua posizione è stata condivisa con la segreteria provinciale e cosa ne pensa Daniele Baglione?