Acli Terra Provinciale di Vercelli si schiera a fianco dei produttori agricoli e degli abitanti dei territori coinvolti dalla possibile installazione del Deposito Nazionale di Scorie Nucleari e dice "No" all'autocandidatura di Trino, avanzata dal sindaco, Daniele Pane.
«Abbiamo ascoltato gli autorevoli pareri tecnici dei professionisti intervenuti al dibattito nel Consiglio Comunale di Trino, ora vogliamo affermare il nostro no alla pesante ipoteca che potrebbe pesare sul futuro dei nostri figli, nipoti, pronipoti e oltre. No allo spregio nei confronti della nostra agricoltura e ambiente. No al rischio enorme che minerá il nostro futuro e quello delle imprese agricole che vivono nel plusvalore dell'ecosistema risaia. Sul territorio è presente una faglia attiva con elevato rischio sismico e una falda affiorante che impone la sopraelevazione della struttura, inoltre ci sarà anche da fare i conti con la continua circolazione di mezzi per il trasporto delle scorie. Un ecomostro ad elevato impatto ambientale richiede la consultazione del circondario. Altre aree dichiarate idonee hanno un sistema idrogeologico più sicuro e una bassissima antropizzazione, perché le scorie presenti a Trino non vengono portate in quei luoghi invece che viceversa?», si legge nel comunicato siglato dalla presidente Donatella Maffei.
Ripercorrendo la vicenda, l'associazione ricorda le tappe dell'autocandidatura e precisa: «il Deposito nazionale delle scorie nucleari occuperà 150 ettari di terreno agricolo avendo annesso un Parco Tecnologico Multifunzionale, senza considerare quindi l’ambiente agricolo e le conseguenze di un enorme costruzione, senza fondamenta perché oltretutto in questa zona la falda acquifera è molto superficiale. Esiste in zona una faglia lungo la quale si misurano spostamento di un millimetro l’anno. il sindaco si rifà al parere degli esperti di Sogin che sostengono che il deposito è una struttura sicura, a prescindere da dove verrà realizzato. Tra le voci contrarie ci sono anche Legambiente, le amministrazioni dei Comuni vicini (trai quali Vercelli e molti centri in provincia di Alessandria) e quella dell’Arcidiocesi di Vercelli. Dal mondo agricolo anche Paolo Guttardi di Confagricoltura si è schierato per il rilevando come il porgetto interessi «un’area ideologicamente delicata, dalla falda affiorante e un ricco reticolo irriguo. Chi acquisterà il riso vercellese? Che valore avranno i terreni in tutto il comprensorio? Un eventuale incidente anche minimo con rilascio di scorie nella falda che effetti avrà?», si è chiesto in un intervento pubblicato sulla newsletter dell'associazione agricola.