/ Arte e Cultura

Arte e Cultura | 13 ottobre 2023, 07:17

Giornate Fai d'Autunno: visite alla Scalise, al Palazzo che ospitò Napoleone e al campanile di Lucedio

Tre gioielli del territorio aprono le proprie porte grazie all'impegno della delegazione vercellese.

Giornate Fai d'Autunno: visite alla Scalise, al Palazzo che ospitò Napoleone e al campanile di Lucedio

Un fine settimana nel segno del tesori d'arte nascosti: la delegazione di Vercelli, presieduta da Paoletta Picco, aderisce alle Giornate Fai di Autunno proponendo, in città, la visita alla Sala cimeli Storici della Caserma Scalise e allo storico palazzo Avogadro della Motta di via Duomo. Nella giornata di domenica, inoltre, tornano le visite anche al campanile di Lucedio.

In prima linea ci sono i volontari e il Gruppo Giovani Fai di Vercelli che guideranno i visitatori in un affascinante viaggio.

ORARI E MODALITA' DI ACCESSO

La visita alla Sala cimeli Storici della Caserma Scalise è in programma sabato 14 ottobre dalle 14,30 alle 18,30; domenica 15 ottobre 10,30-13 e 14,30-18,30. Non necessita di prenotazione e la sua durata indicativamente è di 40 minuti. Per l'ingresso in Caserma sarà necessario lasciare il proprio nome e un documento di identità. 

La visita a Palazzo Avogadro della Motta-alloggio napoleonico si svolge nella sola giornata di domenica 15 ottobre 10,30-13 e 14,30-18,30: non necessita di prenotazione e la sua durata indicativamente è di 45 minuti. Per l’ingresso sarà necessario lasciare il proprio nominativo e contatto al desk di accoglienza.

La visita al Campanile abbaziale di Lucedio è in programma nella sola giornata di domenica 15 ottobre con tre turni di visita 14,40; 15,20; 15,50. Per motivi logisitici è richiesta la prenotazione entro le ore 24 di venerdì 13 ottobre (per prenotare gli ultimi posti r masti delle tre fasce orarie) a: vercelli@delegazionefai.fondoambiente.it. A seguire, alle ore 16:30, chi vorrà potrà senza prenotazione visitare la parte abbaziale privata presentandosi al grande cancello con arco con la scritta “Principato di Lucedio”. 

COSA PROPONGONO LE GIORNATE

Da anni presente a Vercelli, la Caserma intitolata a Aldo Maria Scalise (Vercellese decorato con medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante la Seconda Guerra Mondiale), con i suoi graduati ufficiali, sottoufficiali e graduati di leva, ha sempre rappresentato per la città motivo di vanto e di orgoglio. Rappresenta poi da anni l'ultimo dei tre siti militari un tempo presenti a Vercelli. Il Reggimento Artiglieria Terrestre "a Cavallo" tradizionalmente conosciuto con l'appellativo di "Voloire", è la attuale componente di artiglieria della Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli dell'Esercito italiano. L'unità è erede e diretta continuatrice della storia e tradizioni delle cosiddette "Batterie a cavallo”, costituite nel 1831, e di quelle del 3º Reggimento Artiglieria Celere. I comandanti del Reggimento hanno tradizionalmente anche il titolo di "Comandante delle Batterie a Cavallo", preceduto dal numero ordinale nell'ininterrotta successione dalla costituzione della specialità. Le Giornate d'Autunno saranno l'occasione per la riapertura al pubblico della Caserma Scalise, a due anni dalla prima apertura a cura della Delegazione Fai di Vercelli. Saranno i volontari del Gruppo Giovani FAI di Vercelli a guidare i visitatori all'interno della struttura militare e ad accompagnarli, superata la zona verde, nella sala dei Cimeli Storici del Reggimento Artiglieria a cavallo e nella biblioteca. Prima dell'entrata nella sala, i visitatori sosteranno al monumento eretto dai reduci del 5° Gruppo Artiglieria della Divisione Ariete il 9 giugno 1985, che combatterono la battaglia di Rughet el Atasc (Africa Settentrionale) durante la quale cadde il tenente Scalise, loro Ufficiale. La Sala Cimeli Storici fu costituita a Milano nel 1891 e trasferita a Vercelli nel 2018. Cosa vedrete? Uniformi, copricapi, pistole e fucili dell'epoca, drappelle e vetrine dedicate a illustri personaggi come il gen. Alfonso La Marmora (del quale il Reggimento conserva una feluca originale) o il gen. Robilant che partecipò alla campagna di Novara. Troverete anche documenti e cimeli risalenti le guerre di indipendenza e modellini militari dei vari periodi che hanno visto protagonista le Batterie.

Solo domenica 15 ottobre sarà possibile visitare il Palazzo Avogadro della Motta, situato in via Duomo, l'antica via dei nobili che ospita alcuni tra i più bei palazzi costruiti nel corso del Settecento. Percorribile in auto, l'arteria raggiunge la piazzetta laterale della Cattedrale, piazza D'Angennes, partendo da quella che un tempo era la via comunale per eccellenza. via Gioberti, che ha visto nei secoli scorsi la sede di palazzo del municipio. Di antiche origini, Palazzo Avogadro della Motta fu ricostruito a più riprese tra la fine del XVIII secolo e il XIX secolo. Sul progetto iniziale intervennero Carlo Giacinto Roero di Guarene e alcuni architetti particolarmente attivi a Vercelli quali Michele Richiardi e Luigi Barberis. Fin dagli inizi del XX secolo è stata la dimora gentilizia dei conti Avogadro (ramo dei Collobiano e della Motta). Nel tempo il palazzo ha ospitato re e personaggi illustri: nel 1800 e poi ancora nel 1805 Napoleone I, nel 1828 e nel 1831 re Carlo Felice e la regina Maria Cristina nel 1842 la principessa Maria Adelaide nel suo viaggio verso Stupinigi in occasione del suo matrimonio con Vittorio Emanuele II. La stele in marmo, a destra del portone d'entrata ricorda il soggiorno di Napoleone. La struttura attuale del Palazzo è rispettosa della sua maestosità originale ed antica. La corte interna a pietrisco è grandemente suggestiva. Su di essa si affacciano i tre ordini di piani che, sulla via principale, via Duomo, ben confermano le caratteristiche architettoniche settecentesche dell'edificio. Quest'ultimo, a tre ordini di piani, ha una fronte centrale marcata da ben quattro lesene che reggono il timpano su cui campeggia lo stemma nobiliare degli Avogadro. Le Giornate Fai saranno l'occasione per la riapertura dell'alloggio padronale gentilizio (non a caso detto napoleonico per avervi accolto più volte l'imperatore di Francia) già aperto la prima volta, sempre a cura del Fai di Vercelli, nell'autunno 2018. L'iniziativa, resa nuovamente possibile grazie alla disponibilità dei proprietari, sarà l'occasione per far ammirare al pubblico la magnificenza dell'alloggio padronale riportato allo splendore originale dopo un lavoro ventennale di paziente e scrupoloso restauro. Ma c' è di più: quanto fatto sulla struttura è stato ben più ambiziosa del semplice restauro perché si è voluto ricreare con grande intelligenza e visione il raffinato contesto aristocratico di fine settecento che accomunava la piccola Vercelli a tanti altri centri importanti piemontesi e europei.

Solo domenica 15 ottobre la delegazione di Vercelli promuove la visita al campanile abbaziale di Lucedio. Per ovvi motivi logistici ogni gruppo potrà essere costituito da non più di 20/22 visitatori. L'antico complesso è posto al limite della vasta pianura vercellese delimitata dal Canale Cavour a nord e dal fiume Po a sud, all'interno dell'area planiziale che un tempo occupava tutta la pianura padana. Le terre estese e improduttive furono date in gestione dal Marchese Ranieri del Monferrato ai monaci Cistercensi di la Fertè (Borgogna). Questi ultimi, non solo le resero produttive strappandole al gerbido e coltivandole a cereali, le resero terreno fertile per dare primo impulso alla risicoltura che nei secoli successivi sarebbe divenuta coltura dominante. L'intero complesso abbaziale cistercense nasce intorno al 1123. Se ne festeggiano quest'anno i 900 anni di costruzione. Accanto alla chiesa originale (abbattuta a fine nel Settecento e sostituita da quella barocca), i cistercensi eressero il chiostro, il refettorio, le celle dei monaci e naturalmente il campanile. Oggi l'intero complesso abbaziale è visitabile sia nella sua parte privata, sia nella parte pubblica (la chiesa barocca e il campanile) la cui proprietà in base a un accordo siglato una ventina di anni fa si riferisce alla Provincia di Vercelli. Mentre la chiesa barocca è attualmente non visitabile, il campanile accoglie il pubblico con una scala interna che permette la salita a 36 metri di altezza. Costruito a più riprese tra l seconda metà del XII secolo e gli inizi del XIII secolo, il campanile abbaziale ha base quadrata e torre ottogonale. Suddiviso in quattro ordini delimitati da decorazioni in cotto, ha archetti pensili impreziositi da fregi dentellati. I due ordini centrali presentano ampie monofore mentre nell'ultimo si aprono bifore suddivise da colonnine con capitello a crochet. Il vano alla base del campanile conserva elementi tipicamente medioevali: capitelli, archi decorati. Restaurato tra il 2005 e il 2007 il campanile, oggetto di un intervento conservativo, è stato dotato di una scala che raggiunge la cella alla sua sommità e che consente al pubblico una salita facile. Dall'alto, la vista si snoda su di un panorama che consente lo sguardo a 360° su tutta la poiana risicola circostante. L'apertura del campanile abbaziale di Lucedio (resa possibile da anni in convenzione tra il Fai Delegazione di Vercelli e la Provincia di Vercelli, ente proprietario) sarà possibile anche in occasione delle FGA23 in orario condiviso con la parte abbaziale privata in modo da permettere ai visitatori di visitare entrambi i siti. L'intero complesso che ancora oggi è una delle eccellenze architettoniche culturali della Provincia di Vercelli) quest'anno festeggia i 900 anni di fondazione e a breve sulla chiesa barocca che con il campanile fa parte della parte pubblica, dovrebbe partire una nuova campagna di interventi tesi alla sua riqualificazione interna.

Ogni visita prevede un contributo facoltativo, a sostegno delle attività del Fai. In occasione di Ottobre del Fai, a chi si iscriverà per la prima volta al Fai - sia online che presso i luoghi aperti - sarà dedicata una agevolazione di 10 euro in meno su ogni tipologia di quota. La quota agevolata varrà anche per chi si iscriverà per la prima volta tramite il sito www.fondoambiente.it dal 1° al 20 ottobre. «Un ringraziamento speciale al colonnello Andrea Martinelli, comandante artiglieria Voloire presso la Caserma Scalise, al professor Carlo Sarasso, alla Provincia di Vercelli per l’accordo sulle strutture oggetto di visita», conclude la presidente Picco. 

redaz

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore