Lo studio epidemiologico sullo stato di salute dei vercellesi, percorso iniziato nel 2018 e consolidato negli anni, fotografa una situazione rassicurante rispetto ai fattori ambientali cause di morte e tiene alta l’attenzione sulla prevenzione rispetto agli usi e abusi di fumo e alcol.
«Era il 2018 quando in commissione Ambiente in sinergia con i consiglieri Stefano Pasquino e Michelangelo Catricalà - commenta il leghista Alessandro Stecco, medico e professore universitario - avevo richiesto come minoranza un approfondimento al Comune e all’Asl, per condurre un’analisi della mortalità vercellesi che, sulla base di evidenze portate originariamente alla luce da un primo studio dell’Arpa e poi dall’Osservatorio Osas, potevano essere legate a fattori ambientali. Consci che Vercelli è stata per trent’anni gravata da impatti legati all’industria, all’inceneritore e a pesticidi dei quali nel tempo si è riconosciuta la nocività, abbiamo proseguito il nostro impegno anche dai banchi della maggioranza, appoggiando e migliorando come gruppo consiliare Lega un’analoga proposta presentata da parte di Catricalà e altri consiglieri, per impegnare il Comune a promuovere presso l’Asl l’effettuazione di questo studio epidemiologico».
La presentazione in Commissione è avvenuta nel pomeriggio di giovedì alla presenza della direttrice generale dell'Asl, Eva Colombo, del sindaco Andrea Corsaro, dei componenti della commissioni e dei capigruppo consiliari.
«Lo studio è molto articolato - prosegue Stecco - ed è stato condotto con efficacia dalla direzione dell’Asl Vercelli, in particolare dal Servizio Osservatorio Epidemiologico diretto dal professor Fabrizio Faggiano dell’Università del Piemonte Orientale, e ci rassicura sul fatto che rispetto ai decenni precedenti Vercelli oggi è un territorio, nel complesso delle cause, assolutamente allineato con la media dell’incidenza regionale a livello di cause di mortalità. Se i fattori biologici e ambientali a Vercelli negli anni '80 hanno comportato un maggior rischio di mortalità, oggi quel divario è annullato. Resta un po’ più alto il rischio di tumore al polmone per le donne, a causa di una maggior tasso di fumatori, fattore che si somma all’essere in pianura padana, con uno scostamento verso l’alto rispetto alla media regionale. Dato che ci ricorda quanto sia importante prevenire e informare sulle conseguenze del tabagismo e del fumo, sia attivo sia passivo. Anche il consumo di alcool e il sovrappeso appaiono più alti rispetto alla media regionale».
«Abbiamo avuto l’opportunità di audire nella Terza commissione di cui sono presidente - prosegue Giovanni Fortuna, medico eletto nelle file della Lega - il professor Faggiano e la direzione dell’Asl sui risultati dello studio epidemiologico sulla causa di mortalità, concentrandoci in particolare su quelle di origine tumorale. Lo studio è stato compiuto nel 2021 durante la pandemia con le difficoltà delle risorse umane drenate nelle campagne di vaccinazione, tracing e di contrasto alla diffusione del coronavirus, ciononostante è stato portato a termine. I dati di oggi sono rassicuranti e ci spingono a proseguire verso una governance sempre più attenta a queste tematiche, da parte non solo dell’Asl ma anche del Comune di Vercelli».
I dati raccolti, comunque, incentivano ad attuare politiche ambientali mirate.
«Continuiamo a tenere alta l’attenzione all’ambiente - concludono Stecco e Fortuna - e alla riduzione dei possibili determinanti nocivi per la salute, focalizzandoci su campagne di prevenzione e sulla comunicazione ai cittadini rispetto ai corretti stili di vita senza mai dimenticare l’appello all’adesione agli screening che la Regione Piemonte offre a tutti come strumento di controllo e per cautelarsi rispetto al pericolo dell’insorgenza tumorale. In questo senso ringraziamo il sindaco di Vercelli e il nostro capogruppo Alberto Pipitone per aver organizzato questo importante incontro».