Dodici misure cautelari, 25 indagati, 100 consumatori finali, una rete di spaccio che movimentava tra i due e i tre etti di cocaina alla settimana (in sei mesi di indagine due chili di cocaina e uno di hashish per un valore complessivo di 250mila euro).
Sono i numeri della maxi operazione antidroga che si è svolta nella notte in città e che ha visto impegnati 120 poliziotti provenienti, oltre che della Squadra Mobile della Questura cittadina, anche da Torino, Asti, Alessandria, Cuneo, Biella, Novara, Pavia, Verbania, Rimini e da 13 reparti anticrimine Piemonte, Lombardia e Toscana, e di unità cinofile provenienti da Torino.
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Al centro della rete un bar cittadino tramite il quale «il capoluogo veniva letteralmente inondato di stupefacente, e in particolar modo di cocaina», spiega il dirigente della Squadra Mobile della Questura, Gianluca Tuccillo che ha svolto l'indagine insieme alla sezione Antidroga. A gestire il locale un pregiudicato italiano da tempo residente a Vercelli, finito agli arresti in carcere insieme ad altre sei persone. Uno dei componenti del sodalizio è finito ai domiciliari, uno ha avuto l'obbligo di dimora e altri tre di presentazione alla polizia giudiziaria.
«L'indagine - spiega Tuccillo - è partita nel 2020 e si è dipanata tra varie difficoltà, non ultimo l'ingresso in zona rossa del Piemonte che ha comportato la chiusura del bar e forti limitazioni al traffico. Abbiamo però potuto ricostruire l'intera filiera del traffico».
La droga partiva dalle province di Novara e Pavia, e, tramite un intermediario - un pregiudicato calabrese residente a Palestro - poi fatta arrivare in città e affidata a consumatori intermediari che si occupavano anche di spacciare ai clienti finali. Le fasi di gestione degli ordini commissionati dal barista vercellese erano gestite da un suo socio in affari, un siciliano pregiudicato anche per reati di associazione mafiosa e tentato omicidio, residente da anni nel novarese. Criminali di spessore, dunque, che agivano in modo del tutto scollegato da altre reti di traffico portate alla luce nei mesi scorsi dalla Questura.
La fase finale dello spaccio era affidata a consumatori - spacciatori che facevano il lavoro al dettaglio. «Uno di questi - spiega ancora il dirigente della Mobile - si era ad esempio specializzato nello spaccio ai ragazzini. Gli altri avevano i loro clienti appartenenti a tutte le fasce di età e a tutti i ceti sociali». Un centinaio, appunto, i consumatori individuati dalla Polizia.
Lo spessore criminale del sodalizio è rivelato anche da importanti dettagli: ad esempio lo scarsissimo uso di comunicazioni telefoniche, che ha reso complesso intercettare conversazioni compromettenti, ma anche l'abitudine a portarsi appresso, durante i viaggi della droga, bambini la cui presenza doveva servire a sviare i sospetti.
Nel corso dell'indagine sono stati effettuati anche 3 fermi in flagranza di reato che hanno interessato i corrieri e di un episodio molto movimentato. Uno degli intermediari, infatti, aveva affidato alla moglie l'incarico di trasportare una partita e la donna, in auto aveva con sé la figlia e la nipotina di soli tre anni. Quando le forze dell'ordine le hanno intimato l'alt, la donna ha forzato il posto di blocco e, cercando di fuggire, è finita fuori strada, fermandosi in un canale. Solo per un caso nessuna delle occupanti è rimasta ferita.
Altro arresto in flagranza è avvenuto nel corso dell'operazione della notte grazie al ritrovamento di 120 grammi di cocaina nella disponibilità di uno degli indagati. Perquisizioni e misure hanno interessato per lo più italiani, ma uno dei maggiori acquirenti - spacciatori dimorava al campo nomadi cittadino, oggetto di perquisizione. Tutti i fermi sono avvenuti in città tranne uno riguardante un uomo che si trovava a Riccione. Nel corso dell'operazione sono anche stati sequestrati 50mila euro in contanti.
Il bar attorno al quale ruotava il sodalizio criminale, e che fungeva anche da base per gli incontri dei malviventi, è stato chiuso per 30 giorni su decisione del Questore di Vercelli, Maurizio Di Domenico che, in quest'intervista, spiega le motivazioni del provvedimento.